Maria Elena Boschi contro M5S per la sospensione di Pizzarotti: "Da noi non comandano le mail anonime"
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"Noi non mandiamo mail anonime per imporre dimissioni". Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi viene accolta dagli applausi nella Tonnara Florio a Palermo dove è in corso un'iniziativa organizzata dal Pd per sostenere il Sì alla campagna referendaria. L'argomento centrale, tuttavia, non può non essere la sospensione di Federico Pizzarotti da parte del Movimento 5 Stelle.
La Boschi insiste sulla diversità tra Pd e M5S e la argomenta così: "Tutte le volte che c'è un appuntamento importante il nostro partito ha risposto presente. Siamo l'unico, vero, grande partito organizzato nel nostro Paese pur con tutti i nostri limiti. A volte sbagliamo, per carità, ma restiamo un partito con una capacità di mobilitazione e di presenza sul territorio che altri non hanno" spiega il ministro. "Un partito che si confronta al suo interno con regole democratiche che consentono un dibattito e che altri partiti non hanno. Se abbiamo un blog? Noi siamo all'antica, preferiamo vederci di persona, non riceviamo mail anonime che ci dicono se dobbiamo dimetterci o meno". Ed ancora: "Il Partito Democratico è democratico davvero. Abbiamo luoghi di confronto, non abbiamo mai fatto espulsioni anche rispetto a persone che potevano essere in dissenso. Credo che mandare un'e-mail anonima per chiedere a una persona eletta dai cittadini di lasciare il Movimento 5 Stelle ci riporta molto indietro nel tempo. Non credo che in un partito democratico si possa mandare una mail anonima".
L'obiettivo primario del Governo è ora sostenere il Sì al referendum di ottobre e il Partito Democratico intende mobilitarsi nelle piazze coinvolgendo il massimo possibile di persone. "La nostra scommessa è non avere paura, non dobbiamo usare la campagna referendaria per restare nello steccato del partito, perderemmo un'occasione per attrarre nuove persone che sono incuriosite da noi e magari hanno voglia di darci una mano e dopo, chissà, di iscriversi al partito. La capacità deve essere nostra, non possiamo respingere queste persone e guardarle con diffidenza, dobbiamo guardarle con il sorriso, come un partito curioso, aperto, capace di parlare a tutti. Dobbiamo sfruttare questa possibilità per allargare i consensi del nostro partito coinvolgendo nuove persone. Possiamo andare a testa alta tra le persone a fare volantinaggio, nei mercati, nelle strade, nelle piazze. Mi auguro che sarà un periodo bello, vivace, anche divertente".
Boschi ammette che le riforme non sono perfette, ma sono frutto di un compromesso a suo vedere ben riuscito. "Nessuno ha la pretesa di aver approvato la riforma perfetta, sono la prima a riconoscerlo. Nel lavoro parlamentare abbiamo dovuto trovare una sintesi, dei punti di incontro. Ma se io avessi potuto decidere da sola avrei magari fatto diversamente o scritto magari in modo più chiaro. È comunque una riforma che fa fare passi avanti al Paese". Il punto è "se questo impianto ci fa fare un passo in avanti decisivo o meno rispetto a un dibattito trentennale. Il momento di decidere è adesso. Non sono d'accordo con chi dice che per un singolo punto di competenza delle regioni si debba ricomincIare da capo per scriverla meglio, è una riforma che funziona. Io sono contenta soprattutto della parte che rivede il funzionamento dei procedimenti legislativi. La parte che, se avessi potuto decidere da sola in una stanza avrei fatto diversamente, forse è quella del Titolo Quinto. Il disegno iniziale a mio parere era più chiaro. Se in futuro dovesse essere necessario cambiare qualcosa su questo punto lo faremo, la Germania lo fa tutti gli anni".
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