L’ex presidente di Asm Pavia resta in carcere ma ottiene il dissequestro dei beni
No ai domiciliari per Chirichelli
PAVIA Giampaolo Chirichelli affronterà il processo da detenuto. Il gip Erminio Rizzi ha respinto la richiesta di libertà che era stata avanzata dall’avvocato difensore Orietta Stella. Richiesta che aveva anche ricevuto il parere negativo del pubblico ministero Paolo Mazza, che insieme al procuratore aggiunto Mario Venditti ha coordinato le indagini sul caso della sparizione di 1,8 milioni di euro dalle casse di Asm. Per il magistrato, l’ex presidente di Asm Pavia potrebbe ancora reiterare il reato per i contatti con la pubblica amministrazione dovuti alla sua professione di commercialista. Il pubblico ministero ha invece deciso, su richiesta del legale, di dissequestrare conti e patrimonio che erano stati congelati, per un valore di 450mila euro. La richiesta di scarcerazione per Chirichelli, che si trova nel carcere di San Vittore, era stata ribadita dall’avvocato difensore, nella convinzione che le esigenze cautelari fossero ormai venute meno, dopo la chiusura delle indagini e la richiesta da parte della procura di giudizio immediato (Chirichelli ha deciso di affrontare un processo pubblico, che comincerà il 18 maggio). «Credo ancora fortemente che il nostro ordinamento sia basato sul principio di non colpevolezza e che la misura cautelare non possa essere utilizzata quale anticipazione dell’esito del giudizio o dell’eventuale pena – commenta l’avvocato Orietta Stella –. Il mio assistito ha deciso di difendersi nel processo, così come garantito dai nostri principi costituzionali». La stessa richiesta di revoca della misura cautelare era stata accolta pochi giorni fa per Luca Filippi, che secondo l’accusa avrebbe firmato alcuni mandati di pagamento a favore dell’ex contabile Pietro Antoniazzi. Filippi junior, ex presidente di Asm Lavori, condivide con Chirichelli e Antoniazzi la stessa accusa di peculato, ma secondo il gip non ci sono ragioni per tenerlo ancora in carcere. Filippi ha così ottenuto i domiciliari e la possibilità di andare a lavorare al Santa Margherita. La possibilità di svolgere il proprio lavoro è stata concessa anche a Claudio Tedesi, l’ex direttore generale di Asm Pavia, che era finito ai domiciliari con la stessa accusa. Resta invece in carcere Pietro Antoniazzi, indagato per la stessa vicenda e principale accusatore degli altri coinvolti. Antoniazzi, che aveva ammesso i fatti, ha chiesto di patteggiare quattro anni e quattro mesi, ma su questa richiesta il pubblico ministero Mazza deve ancora dare il suo parere. (m. fio.)
Nessun commento:
Posta un commento