martedì 17 maggio 2016

Che Casapound sia sciolta come prevede la Costituzione. E' un'organizzazione fascista e pertanto illegale.

Allarme nero, CasaPound prepara la sua “marcetta su Roma”

Destra
Alcuni "camerati" dell'associazione 'Lealtà e Azione' e 'Casapound' commemorano i caduti della Repubblica Sociale Italiana al Campo 10 del cimitero Maggiore, a Milano, 25 aprile
Foto di Salvatore Garzillo YN0  (Zero)
Prevista per il 21 maggio a Roma la manifestazione organizzata da CasaPound. E la tensione sale in città
 
Difendere l’Italia”: è questo il messaggio scelto per lanciare la manifestazione organizzata da CasaPound il 21 maggio prossimo a Roma. I manifesti, in stile Ventennio, sono affissi sui muri della Capitale e ricordano anche un altro appuntamento (sempre previsto per lo stesso giorno): il raduno della “Tana delle tigri”, contest internazionale di arti marziali. Linguaggi, grafica, slogan e simboli che non aiutano a smorzare la tensione, già molto alta nella Capitale.
La data è stata scelta non a caso ma per ricordare ed onorare, uno dei punti di riferimento della destra europea: Dominique Venner. Saggista, storico francese, attivista di estrema destra, Venner morì suicida nella Cattedrale di Notre-Dame con un colpo di pistola in bocca, in segno di protesta contro la progressiva scomparsa dei valori tradizionali di matrice europea, proprio il 21 maggio di tre anni fa. Ed è proprio questo il tema fondante della manifestazione europea che si svolgerà in contemporanea a Roma, Parigi, Atene e Madrid: “Una mobilitazione – si legge sul sito di Casapound – di tutti gli uomini liberi in difesa dei confini, delle tradizioni e dell’identità per fermare il terrore e le forze malate che cinicamente lo alimentano”.
Un corteo che la stampa ha già ribattezzato “una marcia su Roma” e che spaventa, non solo per i significati politici che incarna, ma anche per il clima di violenza che potrebbe portare in una campagna elettorale per le amministrative.
Nei giorni scorsi sono avvenuti due episodi gravi di violenza, con provocazioni, minacce e feriti, che non promettono nulla di buono. Un banchetto di CasaPound nella zona di Via Prenestina, è stato attaccato da militanti dei centri sociali: sette i feriti, tra cui quattro agenti presenti, un disabile e una ragazza. La Questura ha sottolineato che il banchetto era “presidiato dalle forze dell’ordine” e “l’azione violenta di disturbo” è stata “contenuta dagli agenti presenti”. Nonostante questo, il candidato sindaco di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, non smorza affatto i toni e dichiara: “Ora se chiamo 100-150 ragazzi e vado dentro al centro sociale, lo assalto, lo mettiamo a ferro e fuoco qualcuno può darci torto?”.
Insulti, provocazioni e volantini contro le unioni civili invece sono stati protagonisti del blitz nella sede del Gay Center. Un’azione che, denuncia l’associazione, sarebbe stata realizzata da Forza Nuova nel momento in cui nella sede si trovava da solo il portavoce Fabrizio Marrazzo. “Unioni civili, la perversione non sarà mai legge” recitava il manifesto affisso anche davanti alla vicina sede del Pd di Testaccio. “Forse per Forza Nuova questi metodi aggressivi sono campagna elettorale – ha commentato Marrazzo del Gay Center – per noi sono solo metodi fascisti da condannare”.
Anche l’Anpi è intervenuta scrivendo al Prefetto di Roma, per chiedere che la manifestazione venisse vietate: “L’Anpi chiede che non venga consentito a Casapound l’uso della piazza per la palese contrarietà del portato ideologico di detta organizzazione con la Costituzione”.
Il deputato del Pd Marco Miccoli si è invece appellato al ministro dell’Interno Angelino Alfano promettendo un’interrogazione parlamentare: “Il corteo partirà da Piazza Vittorio, luogo simbolo per Roma dell’accoglienza di immigrati e rifugiati. E’ chiaro l’intento provocatorio dell’operazione” si legge in una nota. Ad Alfano, Miccoli chiederà “se sia a conoscenza dei fatti e se questa iniziativa abbia il placet della Questura. Se così fosse la riterrei una scelta grave e da ripensare: Roma non merita questo affronto”.
L’attenzione è ora tutta puntata anche sulle possibili contromanifestazioni che si potrebbero svolgere, come già successo in passato, per la via della città. L’esempio è quello del 28 febbraio del 2015 quando in concomitanza con il presidio di Matteo Salvini a Piazza del Popolo migliaia di persone sfilarono per le strade del centro per gridare il loro “Mai con Salvini”.

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