giovedì 3 marzo 2016

Quando l'M5S proponeva una legge per riconoscere i figli nati da maternità surrogata

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha criticato la pratica della maternità surrogata, riportata sotto i riflettori dalla nascita del figlio dell'ex governatore della Puglia Nichi Vendola. Main Senato giace una proposta di legge a cinquestelle che legittima di fatto la cosiddetta pratica dell’utero in affitto

DI SIMONE ALLIVA
Quando l'M5S proponeva una legge per riconoscere i figli nati da maternità surrogata
Beppe Grillo e Luigi Di Mao
Un altro dietrofront a 5 stelle sui diritti civili. Durante il suo intervento al video forum di Repubblica Tv, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha criticato la pratica della maternità surrogata, riportata sotto i riflettori dalla nascita del figlio dell'ex governatore della Puglia Nichi Vendola. "Non possiamo aprire i supermarket dell'utero in affitto, del 'codice a barre' del bambino. I supermarket dell'utero in affitto vanno chiusi. Il bambino - ha sostenuto - non può diventare una merce. Non si può andare a procreare con l'utero in affitto, con metodi artificiali".

Eppure in Senato giace una proposta di legge a cinquestelle (firmata tra gli altri dai senatori Airola, Buccarella, Crimi e Lezzi) che legittima di fatto la cosiddetta pratica dell’utero in affitto. Il 5 aprile 2013 il Movimento 5 Stelle ha infatti depositato un progetto di legge dal titolo “Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso”.
"Per le coppie omosessuali l'adozione sic et simpliciter va affrontata con un referendum popolare". Lo dice il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio, nel videoforum di Repubblica Tv. "Se parliamo di temi etici così importanti, è giusto coinvolgere il popolo italiano, non basta un Parlamento eletto con una legge incostituzionale" aggiunge. Conduce Annalisa Cuzzocrea

Un progetto che, per inciso, include adozioni e maternità surrogata per gay e lesbiche. L’articolo 3, comma 4, dispone infatti “l’abrogazione delle parti della legge n. 40 del 2004" che regolano il divieto di accesso alle tecniche di procreazione assistita da parte delle coppie dello stesso sesso e il divieto di ricorso a tecniche di tipo eterologo.

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"Inoltre - si legge - per consentire anche il ricorso alla maternità surrogata, si abroga il divieto di dichiarare la volontà di non essere nominata, imposto alla donna che faccia nascere un figlio a seguito dell’applicazione di tecniche di procreazione medicalmente assistita”. Tre anni fa, quindi, il Movimento si schierava, mettendolo nero su bianco, a favore della maternità surrogata. Il partito di Beppe Grillo puntava in alto. Poi però si sono registrate le incertezze sulle unioni civili che hanno portato alla libertà di coscienza sulla stepchild adoption.
"Non possiamo aprire i supermarket dell'utero in affitto, del 'codice a barre' del bambino. I supermarket dell'utero in affitto vanno chiusi". Così Luigi Di Maio, deputato e membro del direttorio M5S, nel videoforum di Repubblica Tv. "Il bambino - ha sostenuto - non può diventare una merce. Non si può andare a procreare con l'utero in affitto, con metodi artificiali. Non è una questione di omosessualità - ha precisato - perché qui parliamo anche di coppie eterosessuali. E' una pratica da scongiurare" ha concluso. Conduce Annalisa Cuzzocrea

Adesso Di Maio, che sembra essersi adeguato all'inversione di rotta, esprime dubbi anche sulle adozioni: "Per le coppie omosessuali l'adozione sic et simpliciter va affrontata con un referendum popolare”. Premesso che il referendum consultivo, ad oggi, non è previsto dalla Costituzione, il bisogno di ascoltare il parere dei cittadini contraddice quanto scritto nella proposta di legge che applicava tutta la legislazione conseguente al matrimonio, quindi anche l’adozione piena del minore da parte di due persone dello stesso sesso: “Le disposizioni in materia di matrimonio e di adozione, dovunque contenute in leggi, decreti e regolamenti, si applicano indipendentemente dal sesso dei coniugi, ove non diversamente stabilito”.

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Sul fronte dei diritti civili il Movimento, già bersaglio delle associazioni LGBT per il no al 'canguro' Marcucci, sembra volersi chiamare fuori. E la associazioni rincarano la dose: "Rimandare la questione dell’accesso all’adozione per le coppie samesex a un referendum vuol dire lavarsene le mani, come fece Ponzio Pilato”, dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay.

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