Il consigliere del M5S costretto ad abbandonare il Consiglio Comunale per motivi professionali ha deciso di congedarsi con una canzone goliardica
C’è modo e modo di andarsene da un consiglio comunale. Massimo Bassi, eletto tra le fila del Movimento 5 Stelle ha deciso di dire addio all’Aula del consiglio di Scandiano (Reggio Emilia) con una canzone cantata accompagnandosi con la chitarra. Va detto che Bassi non lascia perché espulso dal Movimento o per incompatibilità ma per motivi professionali dal momento che è tornato a fare il suo lavoro ovvero il giornalista. A Scandiano il MoVimento ha eletto due consiglieri, l’uscente Bassi (al quale subentrerà Massimiliano Campani) e il candidato sindaco M5S Roberto Sansiveri.
Un addio molto singolare
Bassi ha spiegato che il Presidente del Consiglio Comunale gli aveva offerto la possibilità di congedarsi con una dichiarazione, ma lui non aveva pensato a nulla di particolare, fino a che non gli è apparso Sanremo:
Mi è stato chiesto dal presidente del consiglio comunale Matteo Caffettani se volessi leggere qualcosa per le mie dimissioni. Subito non avevo pensato a nulla. Poi la sera stessa incappo davanti alla tv in uno speciale sul gruppo degli Stadio e la loro canzone mi resta in mente. Allora penso: perché non fare un’esibizione dal clima scanzonato, con leggerezza amicale e goliardica in consiglio comunale? Allora l’ho proposto al presidente che si mostra possibilista. Ma quando arrivo al consiglio con la chitarra, mi dice che posso cantarla solo fuori, in strada, dopo il consiglio. Ma il sindaco Mammi mi ha detto detto che potevo suonarla in consiglio..
E così Bassi ha cantato un suo componimento “Gran figlio di Consiglio” sulle note di “Grande figlio di puttana” degli Stadio. Dalla pagina Facebook del M5S di Scandiano ci tengono a precisare che le motivazioni delle dimissioni non sono quelle cantate nel discorso di addio ma unicamente quelle – a carattere professionale – spiegate da Bassi nei giorni scorsi. Nella canzone Bassi cita anche il caso del consigliere scandianese Rosario Genovese, dimessosi dopo che per errore aveva infilato nella nota spese della ex-consigliera regionale Rita Moriconi lo scontrino dell’acquisto di un sex toy. Al momento delle dimissioni Genovese aveva provato a giustificarsi in questo modo:
Ho commesso l’errore involontario di mescolare nel mucchio uno scontrino che non c’entrava nulla: un oggetto acquistato con il mio bancomat per uno scherzo. Non è un vibratore. Non ricordo. Forse delle palline, un frustino, delle manette. Non una cosa sola, più cose
Forse se le avesse cantate anche lui magari la faccenda sarebbe diventata più divertente.
Nessun commento:
Posta un commento