martedì 19 settembre 2017

Maroni si allontani dall'estremismo di Salvini e Centinaio.

«Lega via dal Parlamento»
Una settimana di Aventino,
Salvini contro i conti bloccati

Oggi il ricorso. «Siamo convinti che a qualcuno la nostra avanzata dia fastidio. E dunque, stia cercando con qualsiasi mezzo di non farci andare a governare». Il leader rivede Bossi: a Pontida ho voluto tutelarti 

(Ansa)(Ansa)
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L’Aventino a termine, Matteo Salvini lo annuncia a tarda sera. Giacca scura, camicia bianca, accompagnato dai capigruppo a Camera e Senato Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio, il capo leghista annuncia la sua mossa: «In un Parlamento che ritiene che la Lega debba sparire, i nostri parlamentari non parteciperanno ai lavori ma visiteranno le zone terremotate». L’iniziativa, però, è a tempo: «Ci fermeremo almeno per questa settimana, poi vedremo». È la risposta al sequestro dei conti correnti della Lega disposto dal tribunale di Genova dopo la condanna di Umberto Bossi e Francesco Belsito (l’ex tesoriere) per truffa ai danni dello Stato. In sostanza, i conti riconducibili al partito saranno bloccati fino ad arrivare alla cifra contestata, quasi 49 milioni di euro. Giusto per rendere l’ordine di grandezza, dal conto della segreteria federale, di euro ne sono stati bloccati 30 mila. È vero però che sono titolari di conto tutte le segreterie territoriali e molte delle sezioni del movimento. 

Pool di avvocati
Il sequestro, secondo il segretario leghista, è un «atto sovietico» contro cui sarà presentato ricorso questa mattina a Genova. Salvini dice comunque di confidare «in una reazione di quella parte della magistratura che fa giustizia e non fa politica». Resta il fatto che la Lega veda nel sequestro dei conti un disegno: «Siamo convinti che a qualcuno la nostra avanzata dia fastidio. E dunque, stia cercando con qualsiasi mezzo di non farci andare a governare. Ma noi a governare ci andiamo». Il capo leghista prende la sua decisione dopo aver sentito gli avvocati che hanno letto il provvedimento di sequestro notificato ieri: «Prima lo avevo saputo dai giornalisti». Poi, riunisce il consiglio federale del movimento. Una riunione non lunga, in cui parla praticamente soltanto lui. L’idea di ritirarsi dal parlamento era già stata proposta nei giorni scorsi, una parte dei parlamentari e dei consiglieri di Salvini la caldeggiava. Lui ha preferito attendere la notifica del provvedimento giudiziario. Poi, ha deciso. E così, molti dei parlamentari leghisti mercoledì è giovedì andranno in visita alle zone colpite dal terremoto. Salvini, al momento, non è previsto: «Abbiamo scelto di andare in giro tra le popolazioni che hanno toccato con mano le inadempienze del governo.
L’assenza di Maroni
Il capo leghista non rinuncia però a pungere il leader azzurro: «A Berlusconi ribadisco che chi guiderà il Paese lo decideranno i cittadini italiani alle elezioni». Tra l’altro, molti leghisti continuano a suggerirgli che a spingere Bossi alle sue frequenti critiche sia proprio il capo di Forza Italia. In ogni caso, ieri Salvini e Bossi hanno avuto modo di riparlarsi dopo che al fondatore è stato vietato il palco di Pontida. Un fatto che, ha detto Salvini al consiglio federale, sarebbe stato determinato dalla volontà di tutelarlo da eventuali contestazioni. Criticata, invece, l’assenza del governatore lombardo Roberto Maroni, che tuttavia era all’insediamento della Camera di commercio metropolitana di Milano.

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