La Pontida di Matteo. Salvini lancia la sua corsa a palazzo Chigi e tiene Bossi all'angolo: "Nei momenti eccezionali parla uno solo"
La kermesse annuale della Lega tra la tegola dei conti sequestrati dalla magistratura e le incognite delle alleanze nel centrodestra
"Quando saremo al governo daremo mano libera alle forze dell'ordine per portare pulizia e sicurezza alle nostre città. Questo impegno ce lo prendiamo si o no?". Dal palco di Pontida, in occasione della tradizionale reunion del popolo leghista, Matteo Salvini affronta di petto il tema della sicurezza.
Il segretario federale della Lega indossa una felpa con la scritta "Salvini premier" per fugare ogni dubbio sulla leadership e sulla strada da seguire: lanciare la sua candidatura a palazzo Chigi. "Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese, l'anno prossimo saremo a Pontida con una Lega e un centrodestra al governo, con l'Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia", ha dichiarato al suo arrivo alla manifestazione.
Dal palco, Salvini ha affrontato il tema dell'immigrazione: "Giù le mani dai bambini, i bambini non sono un business. I bambini vanno protetti da malattie come lebbra, malaria, scabbia che non c'erano più nella nostra Italia e che ci ha portato come gentile omaggio qualcuno che è arrivato come ospite invitato negli ultimi anni", ha dichiarato.
Il leader della Lega ha illustrato altri punti chiave del programma della Lega, dall'abolizione della legge Mancino a quella Fiano contro la propaganda fascista, fino a un progetto di legge "per avere giudici eletti direttamente dal popolo". Duro affondo sul tema delle banche: "Quando andremo al Governo, qualcuno di questi banchieri, di questi signori che oggi, dopo tutto quello che è successo, vanno in giro con l'autista, andrà in galera e sono i loro conti correnti che verranno sequestrati", ha detto Salvini dal palco.
Secondo gli organizzatori sul pratone di Pontida sono presenti 50mila persone e sono 150 i pullman arrivati da tutta Italia. Una Pontida che quest'anno cade in un momento delicato per la Lega alla luce del sequestro di alcuni conti del partito disposto dalla magistratura. Il segretario del Carroccio ha ribadito la convinzione che "qualche giudice vuole fermare un partito, magari rispondendo agli ordini di qualcun altro, ma non può mettere il bavaglio a un milione di militanti". Ma, ha aggiunto, "andremo avanti anche senza soldi e chiederemo aiuto agli italiani".
Un altro dei temi che caratterizza Pontida quest'anno è quello dei rapporti tra la Lega e gli alleati nel centrodestra, cioè Forza Italia e Fratelli d'Italia. A chi gli chiede se ha ricevuto la solidarietà di Silvio Berlusconi, Salvini ha risposto: "Non l'ho sentito, ma in questi giorni ho risposto poco al telefono". Dal palco il leader della Lega ha lanciato "l'ultima possibilità di dialogo" agli alleati chiedendo chiarezza sull'Europa.
E poi ancora i rapporti interni al Carroccio. Umberto Bossi è a Pontida, ma nel retropalco e non parlerà davanti ai militanti leghisti. Salvini ha motivato così la decisione: "Noi ci siamo tutti, ma nei momenti eccezionali parla uno". A dare solidarietà all'ex leader della Lega è Roberto Maroni, governatore della Lombardia, che interverrà sul palco insieme a Giovanni Toti e Luca Zaia: "Questo mi spiace perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini, ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola", ha affermato Maroni.
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