mercoledì 2 agosto 2017

Bruno Rota
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CONTINUA LO SCONTRO TRA BRUNO ROTA E IL M5S: LO SFOGO DELL’EX DIRETTORE DI ATAC A IN ONDA

Bruno Rota, l’ex direttore generale di Atac, è intervenuto ieri sera telefonicamente durante la trasmissione In Onda su La7, che si stava occupando dell’azienda di trasporti capitolina. «Io non ho mai detto che la giunta Raggi è composta da delinquenti», ha tenunto a specificare Rota, infastidito dal contenuto di un servizio andato in onda durante la trasmissione. «Ho usato questo epiteto per chi ha fatto sparire la mia lettera di dimissioni e ha raccontato alla gente che io sarei stato silurato. Il suo comportamento è certamente delittuoso, perché la mia lettera di dimissioni, di 8 giorni fa, è stata nascosta e hanno cercato di arrecarmi un danno d’immagine enorme».
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BRUNO ROTA A IN ONDA: «NON HO DATO BONUS AI DIRIGENTI»

A indurre Bruno Rota ad alzare il telefono e intervenire in diretta è stata anche l’intervista al rappresentante di un sindacato minore dell’azienda di trasporti, che sosteneva che l’ex direttore non avesse tagliato i bonus dei dirigenti Atac per il 2017. «Non ho attribuito nessun MbO (premi incentivanti ndr), anzi, il problema in Atac è che gli MbO 2017 ad oggi non sono ancora stati attribuiti», racconta l’ex direttore.

BRUNO ROTA CONTRO ENRICO STEFÀNO A IN ONDA SU LA7

Bruno Rota dalla settimana scorsa è il protagonista di un acceso botta e risposta con il consigliere capitolino Enrico Stefàno, che presiede la commissione Mobilità di Roma. Stefàno ha accusato l’ex direttore generale di Atac di non aver fatto abbastanza per migliorare il sistema di bigliettazione della capitale. Un’accusa a cui Rota ha risposto, attaccando a sua volta il consigliere grillino per aver «parlato di giovani da promuovere, più che di dirigenti da cacciare». Al centro della bagarre la società Conduent Italia (citata dal manager nel suo post), che ha sviluppato un innovativo sistema di bigliettazione.
«Il consigliere Stefàno, l’ultimo mio giorno in Atac, con grande coragggio e sprezzo del pericolo, ha detto che avrei dovuto occuparmi di più di bigliettazione. Lui mi rompe le scatole da parecchie settimane su questa storia della bigliettazione», spiega Bruno Rota a In Onda, specificando però di non aver parlato di raccomandazioni richieste dal consigliere. Dopo l’accusa di Rota, ieri Enrico Stefàno ha pubblicato su Facebook il messaggio che aveva inviato all’ex direttore generale.
Bruno Rota
Lo screenshot dell’sms inviato dal presidente della Commissione Mobilità di Roma, Enrico Stefàno all’allora dg di Atac, Bruno Rota, post citato dallo stesso Rota, quando accusò Stefàno di aver chiesto raccomandazioni per un’azienda di bigliettazione. Roma, 30 luglio 2017. ANSA

BRUNO ROTA: «ANOMALO CHE UN CONSIGLIERE INCONTRI POTENZIALI FORNITORI»

«Da quel messaggino non viene fuori niente di più di quello che c’è scritto: io non trovo assolutamente normale che un consigliere comunale – di qualsiasi partito, non solo dei 5 Stelle – incontri i fornitori potenziali di un’azienda, lo trovo completamente anomalo. Non ho detto niente di più di quello». E prosegue poi a In Onda:
«Conduent Italia in 6 anni a Milano non l’ho mai vista, non l’ho mai incontrata, perché in Atm non c’era l’usanza di incontrare i fornitori da parte del presidente. Ho trovato piuttosto anomalo che spostandomi a Roma ci fosse addirittura l’usanza che incontrassero i consiglieri comunali, prima ancora che si facessero le gare. Questo non è un fornitore, è uno che voleva diventare fornitore! E invece di venire a presentarsi in azienda, si presenta da un consigliere comunale, il quale poi ritiene di mandarmi un messaggio (poi vediamo se me ne ha mandato uno o me ne ha mandati cinque)».

BRUNO ROTA A IN ONDA: «MI SONO DIMESSO IN UN’ITALIA IN CUI NON SI DIMETTE NESSUNO»

Infine il tema del concordato preventivo, la soluzione per risanare Atac caldeggiata da Bruno Rota. «Io ho lavorato per tante settimane, senza neanche tornare a Milano il sabato e la domenica, per mettere insieme questo progetto di concordato preventivo, che secondo me è l’unico che può salvare l’Atac dal fallimento», spiega il manager. «L’ho presentato e fino a 10 giorni fa sono stato convinto che tutti fossero d’accordo. Quando ho percepito che non era così, mi sono dimesso, in un’Italia in cui non si dimette mai nessuno».

BRUNO ROTA A IN ONDA: «LA RAGGI NON MI HA NEMMENO SALUTATO»

«Chi non ha voluto fare il concordato preventivo?», chiede allora Telese a Rota. Una domanda lasciata senza risposta. L’ex direttore generale di Atac però si toglie qualche altro sassolino dalla scarpa, raccontando che la Raggi l’ha convocato in Campidoglio nel suo ultimo giorno da direttore generale e poi non si è presentata per salutarlo. «Evidentemente il sindaco Raggi non ritiene di dovermi nessuna spiegazione», dice Bruno Rota, che aveva dichiarato invece al Corriere che con la sindaca c’era una grande sintonia. «Fino a otto giorni fa è stata entusiasta di questa soluzione – ribadisce Rota anche a In Onda – se ha cambiato idea , è un suo diritto, lo spiegherà ai romani».

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