Querele e veleni: la reazione scomposta di una sindaca sotto assedio
Ancora un altro nome da sostituire, ancora un’altra gatta da pelare per Virginia: quando riuscirà, finalmente a governare?
Un’altra estate rovente per Virginia Raggi. Sempre più sola, sempre più in difficoltà, la sindaca se la caverà anche stavolta? Ma per quanto tempo ancora?
Ormai è noto l’addio – con polemica- dell’ormai ex dg Bruno Rota; note sono anche le sue accuse al presidente della commissione Trasporti Enrico Stefàno (M5S) su presunte segnalazioni per promozioni veloci. Un botta e risposta che non poteva passare inosservato. Il segretario del Pd Matteo Renzi, nel corso della presentazione del suo libro sulla costiera amalfitana, non usa mezze misure: “Nell’azienda dei trasporti di Roma i grillini, che dovevano fare la rivoluzione, raccomandando gli amici degli amici”. Una frase che ha fatto infuriare Virginia Raggi, che ritiene di dover querelare per salvaguardare la sua dignità e quella del MoVimento. “Nessuno del MoVimento 5 Stelle ha mai fatto raccomandazioni. Renzi sarà querelato”, promette la sindaca. E subito arriva la solidarietà dei colleghi dem.
Il caso Atac- M5S non è davvero chiuso, anzi, ha riportato alla luce tutta la debolezza (politica e non) della sindaca. Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio e al Patrimonio, rimettendo le deleghe alla casa, si sfoga con “La Repubblica” puntando il dito contro “molti” colleghi di Giunta che “non hanno alcun rapporto con gli eletti” e contro la scelta di “persone che non conoscono Roma”. Parole che suscitano l’ira della sindaca. “A tutti i componenti della mia squadra di consiglieri e di giunta dico infatti di non distrarsi dal lavoro. Chi preferisce polemizzare si mette da solo fuori dalla squadra”, è la stoccata di Raggi.
Forse già la prossima settimana potrebbe arrivare il nome del nuovo dg di Atac, il Campidoglio lo avrebbe già individuato. Tra i nomi circolati: Alberto Ramaglia, Carlo Tosti, Giancarlo Schisano e Carlo Pino. Chiunque sarà l’ex dg Rota li ha avvertiti: “In Atac c’era una situazione di grave tensione finanziaria, con una conseguente impossibilità di essere solvibile. Una situazione che richiedeva misure finanziarie drastiche. E senza pieno riconoscimento di questa realtà non si poteva rimanere. Era troppo pericoloso. E poi si ingannava la gente”, incalza il manager, che precisa: “Questi sono delinquenti”.
Riuscirà il suo successore a prendere le redini dell’azienda e soprattutto presentare un piano di salvataggio serio e condiviso per scongiurare che i romani non rimangano a piedi? O davvero l’unica strada è quella della privatizzazione? Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha firmato il referendum dei Radicali per la messa a gara del trasporto pubblico di Roma.
Cerca di fissare il punto l’ex candidato Pd Roberto Giachetti, che vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe
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