«Non ho più fiducia in te, Andrea. Adesso lavora, rispetto al tuo mandato, e basta. Alla prossima sei fuori», gli avrebbe detto la sindaca
«Non voleva farlo nessuno»: così raccontava Andrea Mazzillo la sua ascesa all’assessorato del bilancio del Comune di Roma qualche tempo fa. Un’ascesa che arrivò dopo i rifiuti e le nomine cancellate in 48 ore e dopo l’addio di Marcello Minenna all’epoca del Raggio Magico, quando ancora Raffaele Marra non era “uno dei 23mila dipendenti del Campidoglio”.
Andrea Mazzillo, dead man walking
Nessuno voleva sedersi su quella poltrona e lui, il dipendente di Equitalia non ancora commercialista, bevve l’amaro calice. Che nel frattempo deve però essergli piaciuto visto che ieri è tornato a difendere con le unghie e con i denti il posto. Prima in un’intervista all’Avvenire, che ha dimostrato se non altro le sue capacità di ottenere sponsorizzazioni anche al di fuori del giro grillino; e poi con la difesa arrivata dalla Comunità di Sant’Egidio, che per bocca di Paolo Ciani ha fatto sapere che “in lui abbiamo sempre trovato un interlocutore attento e impegnato a trovare soluzioni utili all’intera città e soprattutto agli ultimi”.
A lui alla fine è stata riconfermata la fiducia per la gestione del bilancio, di cui il Comune a 5 stelle ha sempre rivendicato l’approvazione per primi in Italia tra le grandi città. I ben informati parlano anche di una sfuriata della sindaca contro l’assessore‘reo’ di aver criticato le nomine dei “pendolari” da parte di Colomban. Per questo adesso è un dead man walking, spiega Andrea Arzilli sul Corriere:
Infatti l’assessore resta, seppure in una bolla metafisica che lo rende, come ieri, presente al lavoro eppure assente dal disegno del Campidoglio. Mollato un po’ da tutti, dai consiglieri che non gli perdonano il conflitto aperto con l’anima milanese del Campidoglio fino al vicesindaco Luca Bergamo, uno che in comune con Mazzillo ha la radice politica. Prima si parlava dei due come l’ala sinistra del Comune, da martedì non più perché anche chi gli stava vicino non ha gradito le modalità con cui ha lasciato la delega al Patrimonio. «Ha rimesso una delega che non ha mai esercitato visto che l’ha girata da subito a uno del suo staff», dicono in Comune.
Il processo alle intenzioni di Mazzillo
Eppure, mentre ieri i grillini facevano sapere di avere già pronto il sostituto, Mazzillo è finito a processo non solo per la sua polemica con i manager, ma anche per le frasi su ATAC il cui concordato preventivo metterebbe a rischio anche i conti del Comune di Roma: «Ha potuto fare la voce grossa, adesso fare a meno dell’assessore al Bilancio sarebbe un suicidio. E trovarne un altro in tempi così brevi impossibile», scrive ancora il Corriere. «Scommettiamo che domani concederà anche un’intervista al Manifesto, tanto ha già fatto tutti i giornali italiani?», diceva tagliente e perfido Paolo Ferrara, capogruppo M5S, dell’assessore incontinente ieri pomeriggio dopo l’ennesima giornata di vertici e strategie in Campidoglio secondo il Messaggero.
Il punto è che traspare ancora la volontà di farlo fuori. Dopo agosto, dopo settembre, dopo l’aggiustamento di bilancio, ma prima o poi Mazzillo verrà giubilato: «Non ho più fiducia in te, Andrea. Adesso lavora, rispetto al tuo mandato, e basta. Alla prossima sei fuori», gli avrebbe detto la sindaca sempre secondo il Messaggero nella riunione-fiume di giunta lunedì sera.
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