mercoledì 28 giugno 2017

Li avete votati questi asini grillini e adesso teneteveli.

La società del Campidoglio controllata da AMA licenzia 669 dipendenti dopo avere perso l’appalto ATAC per la pulizia. L’amministratrice delegata Rossana Trenti ai sindacati ha inviato lo scorso venerdì la lettera. Il video di quando De Vito prometteva che sarebbero stati tutti tutelati. E le dichiarazioni della giunta poi smentite dalla realtà
ALESSANDRO D'AMATO
Roma Multiservizi, società del Campidoglio controllata da Ama, licenzia 669 dipendenti dopo avere perso l’appalto ATAC per la pulizia. L’amministratrice delegata Rossana Trenti ai sindacati ha inviato lo scorso venerdì una lettera: «La scrivente società — si legge nella missiva — avvia la procedura di riduzione di personale per 669 dipendenti». La ragione della decisione è la possibilità che Roma Multiservizi non si aggiudichi neanche uno dei 14 lotti del bando per il servizio di pulizia e manutenzione ordinaria di sedi e uffici dell’ATAC, in scadenza il 31 luglio. Per otto dei 14 lotti RM è già fuori gioco.

La Giunta Raggi e i 669 licenziamenti di Roma Multiservizi

Repubblica Roma oggi ricorda che nel 2017, dopo aver perso il subappalto delle pulizie per le scuole statali e i centri di formazione, Roma Multiservizi a causa «dell’erosione dei ricavi» ha già mandato a casa 303 dipendenti e ridotto orari e paga a 429 persone. Ma la brutta fine che potrebbero fare i lavoratori di Roma Multiservizi – di cui neXt ha parlato qui nel febbraio scorso – è lo specchio del brutto, pessimo rapporto tra la Giunta Raggi e la realtà non da oggi. Questo video pubblicato a metà giugno da Maurizio Gaibisso su Youtube mette insieme alcune dichiarazioni di Virginia Raggi e altre di Marcello De Vito a proposito di una delle aziende che divenne terreno da caccia di voti da parte dei grillini negli anni in cui erano all’opposizione ma su cui oggi tutte le promesse del M5S Roma si stanno infrangendo piano piano.
I lavoratori di Roma Multiservizi hanno ripetutamente protestato in questi anni durante i consigli comunali e hanno subito anche le espulsioni dall’Aula, soprattutto dopo che l’amministrazione ha promesso con Paola Muraro l’internalizzazione dei lavoratori e poi se l’è rimangiata. Roma Multiservizi è l’emblema di cosa succede quando le promesse della politica si vanno a scontrare con la realtà. E non è un bello spettacolo.

Il M5S e la brutta fine che sta per fare Roma Multiservizi

Il M5S romano durante la campagna elettorale aveva promesso ai lavoratori di Roma Multiservizi che sarebbero stati assunti in AMA. Nell’agosto scorso anche un ordine del giorno approvato dalla maggioranza grillina in Assemblea Capitolina ricordava alla sindaca che era necessario assorbirli nella municipalizzata dei rifiuti. Poi la Raggi e la Muraro cambiarono idea: Roma Multiservizi sarebbe stata acquistata al 100% dal Comune All’epoca c’era chi faceva notare che in questo modo si violava il piano di rientro del debito del Comune di Roma, ma chissenefrega. A dicembre era arrivata la protesta dei lavoratori in Consiglio comunale al grido di “Buffoni buffoni”: «Te lo ricordi quando stavi all’opposizione e stavi in mezzo a noi?», gridavano all’indirizzo di Marcello De Vito quella sera i lavoratori, quando avevano scoperto che era andata deserta la gara in 5 lotti per l’affidamento in global service dei servizi necessari al funzionamento delle scuole di Roma Capitale. Cosa è successo dopo?
roma multiservizi marianna madia
È successo che alla fine il TAR ha annullato quel bando e l’assessore Colomban ha spiegato cosa intendeva fare il Comune: «Su Multiservizi stiamo lavorando con gli avvocati a fronte della sentenza del Tar di due tre giorni fa che ci ha chiesto uno spezzettamento della società. Il nostro obiettivo è salvaguardare l’occupazione. Abbiamo la legge Madia arrivata tra capo e collo, dobbiamo ottemperare a questa legge, quindi una serie di società saranno accorpate, altre dismesse, spero recuperando tutti i lavoratori». Ora, inutile star lì a ricordare che la Madia è stata approvata nel dicembre scorso e quindi il Comune avrebbe dovuto o velocizzare al massimo le procedure per evitare di finirci dentro (ma sarebbe stato possibile?) oppure regolarsi di conseguenza. Oppure che la Madia stessa ha smentito la Raggi sulla questione. Meglio segnalare la replica sul punto di CGIL, CISL e UIL: «La legge Madianon è ‘arrivata tra capo e collo’. Esisteva già quando l’assessore Colomban ci ha ricevuti in Campidoglio. Il Comune di Roma inizi ad assumersi le sue responsabilità e non faccia lo scaricabarile».

La caccia al voto di Roma Multiservizi

Meglio segnalare che il terreno di caccia di Roma Multiservizi, fatto di lavoratori che guadagnano anche solo 500 euro al mese, si è improvvisamente risvegliato nelle settimane scorse, quando uno di questi, Massimiliano, ha parlato con Repubblica Roma della vicenda:
«Nel 2014, sindaco Marino, abbiamo fatto di peggio, abbiamo occupato l’aula per una settimana, ma mai nessuno si era sognato di prendere un provvedimento così. Siamo delusi».
Cosa vi ha deluso? 
«Nel 2014 c’era anche Marcello ad occupare l’aula insieme a noi. Da semplice consigliere di opposizione si era schierato dalla parte degli operai, ma ora che governa fa la voce grossa e se ne frega. Tra l’altro ha cercato pure di mettere zizzania tra noi e i cittadini che erano lì per i piani di zona. Ci ha messi l’uno contro l’altro».
Ma le tensioni non si potevano evitare? Le istituzioni vanno rispettate. 
«La tensione degli operai scaturisce dal fatto che per troppe volte l’amministrazione ha rimandato i tavoli per risolvere la vicenda. Quando erano in campagna elettorale i 5S hanno fatto delle promesse e adesso non solo non le mantengono, ma sembrano non dare la giusta importanza alla questione. Neppure il consiglio straordinario chiesto da mesi è stato calendarizzato».
Cosa vi fa più male? 
«La maggior parte degli operai li ha votati, ora molti si sono ricreduti. Si sentono presi in giro».
Cosa chiedete esattamente? 
«Che Multiservizi diventi pubblica al 100%. Il parere legale che ci siamo fatti fare da un avvocato privato dice che è possibile. Il problema è che l’avvocato Lanzalone, che ha partecipato a uno dei tavoli tra noi e il Comune, sostiene il contrario. Qualche giorno dopo quell’incontro, però, abbiamo saputo che Lanzalone è diventato presidente di Acea. Ma uno che ottiene una nomina del genere direbbe pure che il cielo è verde, se glielo chiedono».

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