venerdì 7 aprile 2017

La deputata aveva pubblicato su Facebook un post con una fotografia che ritraeva una ragazza insieme a Piero Fassino parlando di legami con l'appalto del bar dove lei lavorava
MARIO NERI
La deputata Laura Castelli (M5S) è formalmente indagata per diffamazione dalla procura di Torino insieme a un’altra trentina di persone. Nei giorni scorsi è stato mandato agli interessati un avviso di proroga delle indagini. L’atto rientra in un procedimento del pm Barbara Badellino nato dopo la denuncia di una trentaduenne di origine romena, Lidia Lorena Roscaneanu, che alle ultime elezioni amministrative si era candidata in una circoscrizione di Torino per il Pd. La Castelli aveva pubblicato su Facebook un post con una fotografia che ritraeva la donna insieme a Piero Fassino.
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laura castelli lorena roscaneanu
Il post di Laura Castelli su Lorena Roscaneanu (Foto da: Nuova Società)
Dopo avere spiegato che Lidia lavorava nel bar interno del Palazzo di Giustizia di Torino, il cui appalto era stato affidato dal Comune “con ribasso sospetto” a “un’azienda fallita tre volte”, l’autrice si chiedeva “quali legami” ci fossero tra la ragazza e Fassino. Fra numerosi commenti lasciati dagli internauti comparvero insulti e volgarità a sfondo sessista e razziale. Lidia aveva spiegato che prestava servizio come cassiera (il bar ora è chiuso), che non sapeva nulla di appalti e che l’immagine postata dalla parlamentare era stata tagliata in modo che non comparisse l’altra candidata presente al momento dello scatto. Alle elezioni – disse – non si presentò per il disagio, avvertito anche sul luogo di lavoro, che le procurò la pubblicazione del post.
laura castelli movimento 5 stelle
Il post è stato cancellato dalla pagina “Cittadina in Parlamento” della Castelli. “Mi ero candidata in una circoscrizione – racconta Roscaneanu – perché non c’erano altri rappresentanti della comunità romena, che pure è assai numerosa in città. Mio fratello maggiore, in Romania, è molto attivo in un partito di ispirazione socialista e democratica, e io con quelle idee ci sono cresciuta. Ma dopo quel post non ho nemmeno presentato i documenti per entrare in lista. Non ne potevo più. A parte gli insulti sul web, dove mi davano dell”amante di Fassino’ se non peggio, persino i frequentatori del tribunale mi additavano. Ed ero una semplice cassiera”. Lorena sottolinea che fu assunta a dicembre del 2015 e che si iscrisse al Pd solo il 31 marzo successivo. Nella foto apparsa su internet, inoltre, compariva accanto a Fassino da sola, ma dall’immagine era stata tagliata la parte in cui c’era un’altra candidata. Interpellata dall’agenzia di stampa ANSA, la Castelli dice: “Non ho mai insultato nessuno e, come sempre, ho provveduto a cancellare i commenti che contenevano insulti”. “Non ho accusato nessuno, ma riportato dei fatti – sostiene la parlamentare pentastellata -. Ho fatto il mio lavoro, denunciando un appalto irregolare, quello relativo al bar interno del Palazzo di Giustizia, sul quale per altro mi risulta ci sia una indagine aperta. Spiace che quel post sia stato cancellato da Facebook, ma ribadisco di non avere insultato nessuno e sono sicura di non avere commesso reati”.

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