Ma sul link Putin-Grillo Travaglio tace, meglio parlare della Madia
La notizia dell’appoggio russo al M5S per il Fatto non esiste
La Russia di Putin ormai da anni interferisce nella vita democratica dei paesi occidentali, nel tentativo di alterarne l’equilibrio politico a favore delle forze populiste, xenofobe, autoritarie: ciò che sembrava soltanto un sospetto o un’intuizione è ormai diventata una certezza.
Negli Stati Uniti, dove già il Dipartimento di Stato aveva avvertito i governi europei durante l’amministrazione Obama, è in corso un’indagine dell’Fbi che rischia di travolgere lo stesso Trump; in Francia si parla esplicitamente dell’appoggio di Putin a Marine Le Pen e si ipotizza da mesi l’esistenza di un dossier, confezionato dai russi, per screditare Macron; in altri paesi d’Europa sono in corso indagini e inchieste.
La questione è molto seria, perché riguarda il cuore dell’Occidente, cioè il corretto funzionamento di quelle istituzioni democratiche di cui Putin ha fatto scempio in patria: per questo la preoccupazione e l’attenzione sono altissime.
E in Italia? Un informato articolo di Paolo Mastrolilli, corrispondente della Stampa dagli Stati Uniti, ha rivelato ieri che la Casa Bianca ha suggerito all’Italia di “fare attenzione ai legami tra governo russo e M5s”.
“Fonti governative americane – proseguiva l’articolo – hanno spiegato di essere preoccupate in particolare per l’influenza che Mosca starebbe cercando di esercitare sulle prossime elezioni politiche in Italia ‘nell’ambito di una strategia di interferenza che tocca tutta l’Europa, dopo quella adottata durante le presidenziali degli Stati Uniti’”.
Che i grillini amino l’autocrate del Cremlino è cosa nota.
Proprio nei giorni scorsi, commentando gli arresti di massa alla manifestazione antigovernativa di Mosca, Manlio Di Stefano – noto fra l’altro per aver equiparato “gli eserciti occidentali che massacrano milioni di civili inermi in Iraq o Afghanistan” all’Isis – invitava a “parlare di Guantanamo” anziché della repressione putiniana, mentre Luigi Di Maio insisteva nel chiedere il ritiro delle sanzioni alla Russia. Del resto, è stato Beppe Grillo in persona a lodare gli “uomini forti” Trump e Putin.
Ma tutto questo per il Fatto non esiste, e se esiste è soltanto per scherzarci sopra: oggi un corsivo denuncia indignato il “nuovo maccartismo alle vongole” che colpirebbe i poveri grillini, i quali, com’è noto, sono sempre vittima di orribili complotti, mentre al contrario i loro avversari sono sempre e comunque colpevoli di qualche crimine inconfessabile.
Per il quarto giorno consecutivo il Fatto dedica la sua apertura alla tesi di dottorato di Marianna Madia, accusata senza fondamento di plagio e subito condannata senza appello da Travaglio e dai parrucconi di “Libertà e giustizia”: ma se il governo degli Stati Uniti – non un pizzino raccolto da Woodcock nella spazzatura – informa il governo italiano dei legami occulti fra M5s e Putin, la notizia semplicemente scompare.
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