L'annuncio del costituzionalista Alessandro Pace, presidente dei comitati per il NO: «Il modo con cui si vota all'estero non garantisce la segretezza, visto che la scheda arriva con una busta e l'esperienza ha già dimostrato che questa può essere manipolata»
“Se il referendum sulle riforme costituzionali venisse vinto dal sì e il voto dei cittadini italiani all’estero dovesse rivelarsi determinante, allora impugneremo questa consultazione davanti all’ufficio centrale del referendum, che è un organo giurisdizionale, e si andrebbe davanti alla Corte costituzionale”. Lo ha annunciato il presidente del Comitato per il no, Alessandro Pace, nel corso di una conferenza stampa all’associazione stampa estera. “Il voto è personale, libero e segreto – ha spiegato Pace -. Il modo con cui si vota all’estero non garantisce la segretezza, visto che la scheda arriva con una busta e l’esperienza ha già dimostrato che questa può essere manipolata. Il ricorso deciso collegialmente – ha concluso Pace – è una nostra ulteriore risorsa”.
Referendum, ricorso se il sì vince con i voti degli italiani all’estero
Pace sottolinea che la riforma è “eversiva perché manda all’aria la struttura costituzionale. Anche se il presidente del Consiglio –prosegue – non riceve dalla riforma maggiori poteri avremo un uomo solo al comando, perche’ l’unica camera che resta in funzione è la Camera che esprime 340 seggi espressioni della maggioranza”. Massimo Villone, vicepresidente del comitato del No, sottolinea che “il presidente del Consiglio spacca il Paese per imbullonarsi a palazzo Chigi e per questo fa promesse che sarebbero un azzardo anche in campagna elettorale, come la sanità uguale per tutti. Ma il conto- avverte- gli verrà presentato perché a prescindere dal risultato del referendum e’ evidente che ha venduto fumo al Paese”.
Nessun commento:
Posta un commento