Il Fatto e la falsificazione della realtà: il caso del prode Alessio
Lo studente catanese farebbe bene a rettificare il resoconto del suo intervento pubblicato dal Fatto, perché le troppe sciocchezze che gli vengono attribuite rischiano di farne un grillino o uno Zagrebelsky qualunque
Basta poco per scaldare il cuore ai costituzionalisti del Fatto, basta pochissimo per “tributare il piccolo onore della nostra prima pagina” ad un ragazzo di vent’anni: è sufficiente che il ragazzo dica cose imprecise ma taglienti contro la riforma della Costituzione, che il suo intervento finisca su internet, che Travaglio inventi un contesto di censure e pressioni, e oplà, il gioco è fatto: “Alessio, lo studente che difende la Costituzione dalla Boschi”.
Il prode Alessio, a leggere Travaglio, avrebbe sfidato all’Università di Catania “la molto democratica ministra che, non avendo argomenti al di fuori del suo sorriso da spot del dentifricio, non regge i pareri contrari” e accetta soltanto “il monologo”: il che è evidentemente falso, visto che il prode Alessio ha tranquillamente esposto le sue ragioni e lo “spot del dentifricio” ha replicato, nel merito, punto su punto. Il video completo è su internet e tutti possono vederlo, ma il Fatto riesce a falsificare sistematicamente anche l’evidenza: sono allergici alla realtà, ed è per questo che perdono sempre.
Quanto al prode Alessio, farebbe bene a rettificare il resoconto del suo intervento pubblicato dal Fatto, perché le troppe sciocchezze che gli vengono attribuite rischiano di farne un grillino o uno Zagrebelsky qualunque. Il prode Alessio, secondo Travaglio, avrebbe dimostrato che la riforma “finge di non toccare la prima parte della Costituzione, quella sulla forma di Stato e di governo, ma in realtà stravolge la nostra Repubblica parlamentare”. Peccato che la prima parte della Costituzione – lo sa persino Zagrebelsky, e il prode Alessio non dovrebbe ignorarlo – non si occupa della “forma di Stato e di governo”, ma dei diritti e doveri dei cittadini: le libertà individuali, i diritti sociali ed economici, quelli politici.
Il prode Alessio – sempre secondo il resoconto del Fatto – avrebbe poi sostenuto che “un Parlamento illegittimo, nominato col Porcellum, ha approvato la modifica della Costituzione a colpi di fiducia”. Ma davvero? La Corte costituzionale, che al prode Alessio non dovrebbe essere ignota, ha formalmente dichiarato la piena, indiscutibile legittimità del Parlamento in carica. E la riforma è stata approvata, applicando scrupolosamente le regole previste dell’art. 138 della Costituzione – un testo che Travaglio ignora, ma che il prode Alessio non può non conoscere – e senza un solo voto di fiducia.
Mentite e imbrogliate, qualcosa resterà: su questa massima Travaglio ha costruito una carriera di successo. Speriamo che il prode Alessio non voglia seguirne i passi.
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