Scuola, la peste della mamme sindacaliste dei figli
Pubblicato il 3 aprile 2015 15:44 | Ultimo aggiornamento: 3 aprile 2015 15:47
L’ultima viene da Cuneo e da Cuneo parla, purtroppo a nome e per conto, con la voce e i sentimenti di centinaia di migliaia se non di milioni di mamme. L’ultima storia viene d Cuneo: una gita scolastica Roma, hanno tra 15 e 16 anni e a sera si divertiranno spogliando il più timido, addobbandolo come un albero di Natale di carne, infiocchettando inguine, pene e sedere e quindi ovviamente filmando la sua vergogna e la sua sottomissione. Il film gira, a scuola si vede e lo fanno vedere. La scuola , un liceo, sospende i decoratori/registi: da 5 a 15 giorni di sospensione e quattro in condotta in pagella.
L’ultima parla da Cuneo, manco a dirlo è una mamma, una mamma di uno degli studenti puniti: “E’ stato uno scherzo, forse pesante ma uno scherzo. Lo sbaglio è una punizione tanto severa…parlo a nome di molte mamme, state raccontando un caso che non esiste…se c’è qualcosa di grave è che abbiano sospeso 14 studenti e dato il 4 in condotta a tutti…significa condannarli ad essere bocciati, a perdere un anno di scuola. Una rovina per molti…con quello che costa oggi frequentare un liceo…E poi perché i ragazzi erano soli? Un professore all’ultimo non li ha accompagnati…hanno approfittato delle ore libere per divertirsi…nessuno si è fatto male, nessun caso di bullismo”.
Perfetto, un compendio perfetto quello fornito dall’ultima mamma che parla “per tante altre mamme”. Lo scarico sistematico e staremmo per dire. se non fosse aggettivo estremamente fuori luogo, culturale di ogni responsabilità. Sempre, comunque, a prescindere, sempre scaricare su qualcun altro come strategia e competenza per la vita. Quel “perché erano soli? Un Professore…” è l’inno, lo slogan, la bandiera. Se qualcosa è successo dipende, la responsabilità è sempre di qualcun altro. Fino e oltre il ridicolo: chi doveva vigilare a notte nelle stanze di ragazzi di 15/16 anni? Ma è ovvio, un professore che si è sottratto per ignavia. Perché, si sa, a 15/16 anni se non ti guardano a vista puoi fare qualunque cosa.
Il lamento, il piagnisteo, furbastri e ammiccanti insieme entrambi: “con quello che costa oggi frequentare un liceo”. La lagna eterna e onnisonante del vittimismo unita alla volgarità plebea del buttarla sui soldi, come a dire: l’educazione sì, la scuola sì, ma sono chiacchiere inutili se ci si rimettono soldi. Come quelli, sempre di più, che ti parcheggiano l’auto o il camion in testa “un attimino” e ti spiegano, pensando di essere pure gentili, che “stanno lavorando”. Il che vuol dire e sottintende: siccome sto facendo soldi ogni cosa che faccio è legittima e benedetta.
Il trucco da talk-show ormai appreso da ogni mamma: “sono contro il bullismo ma questo non è bullismo”. L’arroganza del definire “scherzo” quando a farlo è tuo figlio e “violenza” quando a subirlo è tuo figlio. E l’ignoranza, l’incompetenza, l’invadenza assurte a triade di virtù familiari e sociali. Queste mamme sindacaliste dei propri figli a scuola sono una peste, una peste che contagia e avvelena.
Scrive Bruno Gambarotta su La Stampa: “Franti oggi si sarebbe rivolto al Tar…la madre di Franti avrebbe denunciato il maestro sulla base dei video girati dai suoi compagni, non paga del licenziamento di maestro e direttore avrebbe ottenuto dal Tar congruo indennizzo e promozione garantita per suo figlio fino a conseguimento della laurea in Scienza dell’Educazione…”. Ma l’eccellente ironia di Gambarotta scatta a vuoto, in gran parte le mamme peste Pinocchio non l’hanno mai letto, al massimo è un nomignolo spiritoso che hanno visto usare su facebook.
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