Il Jobs Act introdotto dal governo Renzi è un modello per le riforme che la Francia deve introdurre per far ripartire la crescita. Il Wall Street Journal rimarca come grazie al Jobs Act e agli incentivi per i nuovi contratti a tempo indeterminato in Italia assumere è diventato attraente per le imprese come mai è stato negli ultimi anni.
JOBS ACT - Il Wall Street Journal definisce il Jobs Act del governo Renzi un modello per le riforme a cui si dovrebbero ispirare la Francia. L’elogio all’operato dell’esecutivo guidato dal segretario del PD è contenuto in una riflessione di un economista tedesco, Klaud Zimmermann, direttore dell’Istituto per lo studio del Lavoro di Bonn. Zimmermann rimarca come l’eurozona possa uscire dalla sua stagnazione solo se Francia e Italia, che insieme rappresentano il 38% circa del Pil dell’eurozona, riprenderanno a crescere. I bassi tassi di interesse e la svalutazione dell’euro possono dare un contributo solo temporaneo alla congiuntura, che ha bisogno di riforme strutturali. Un buon esempio di questo tipo di misure è il Jobs Act. Klaus Zimmermann rimarca come
La vera sorpresa è che sia l’Italia, e non la Francia, ad aver compreso questa esigenza. Il governo di Matteo Renzi ha introdotto due decreti che rappresentano il cuore della riforma del mercato del lavoro. Il primo decreto attuativo del Jobs Act migliora le regole per licenziare i dipendenti a tempo indeterminato, concedendo loro un diritto a un indennizzo monetario ma rimuovendo il precedente diritto alla reintegra giudiziaria sul posto di lavoro. Questo provvedimento (la riforma dell’articolo 18, ndA), limita il costo di licenziare un lavorare, che dovrebbe rendere il datore di lavoro più disponibile ad assumere rispetto a quando ogni nuovo assunto avrebbe potuto diventare un dipendente a vita. Grazie agli incentivi fiscali introdotti per i nuovi dipendenti a tempo indeterminato assumere in Italia è diventato più attraente rispetto a quanto capitasse negli ultimi anni.
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JOBS ACT RENZI - Per il professor Zimmermann una riforma come il Jobs Act dovrebbe essere presa a modello dalla Francia, l’altra grande economica dell’eurozona in difficoltà. L’economista tedesco rimarca la fatica del governo Valls ad adottare misure così incisive come quelle introdotte dall’esecutivo di Matteo Renzi. Come prova di questa “stagnazione riformista” Zimmermann evidenzia la problematica approvazione della legge Macron, un pacchetto di liberalizzazione dell’economia che il governo Valls ha potuto approvare solo grazie alla possibilità di evitare un voto dell’Assemblea nazionale tramite il ricorso all’istituto della fiducia inserito nel terzo comma dell’articolo 49 della Costituzione francese.
Il governo italiano ha mostrato la via per creare con il Jobs Act una cornice legislativa che permetta il superamento del dualismo del mercato del lavoro, mentre l’esecutivo francese si impegna in riforme poco più che simboliche. In futuro si vedrà se le misure necessarie per rendere il mercato del lavoro italiano più flessibile saranno poi adottate in modo completo. Per ora, grazie al Jobs Act, l’Italia si è messa davanti alla Francia.
Nel recente passato il Wall Street Journal, il più letto quotidiano economico del mondo, di orientamento liberalconservatore, aveva più volte apprezzato le misure del governo Renzi. Il Wsj aveva criticato con durezza la manifestazione di piazza San Giovanni indetta dalla Cgil contro il Jobs Act, rimproverando al primo sindacato italiano di muoversi come un movimento per il suicidio economico del nostro Paese.
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