Era uno studente scapestrato, a tratti manesco, irrequieto. Insomma: difficile. E ha ricevuto molte punizioni scolastiche, tra le quali sonore bocciature. Massimo Ghini, attore, ricorda la sua gioventù e riflette sugli episodi di bullismo che in questi giorni riempiono le pagine dei giornali - come quella che coinvolge gli studenti del liceo Peano Pellico di Cuneo.
La differenza sostanziale, dice al quotidiano "La Stampa", è che un tempo non si poteva certo chiedere aiuto ai genitori.
"Una cosa comunque era indiscutibile: dovevi cavartela da solo. Di punizioni a scuola ne ho ricevute tante, ma non sarei mai andato a piangere a casa. Era scontato che la punizione ricevuta a scuola sarebbe stata raddoppiata. I miei genitori erano tosti e valeva il principio 'se ti puniscono, qualcosa hai fatto'. Imperava il concetto della responsabilità etica degli educatori. Allora era inconcepibile aspettarsi in famiglia una "difesa a prescindere". A scuola sono sempre stato indiziato per qualunque cosa".
"Una volta mi sono anche ribellato alle sopraffazioni imposte a un ragazzo che non riusciva a difendersi. A scuola il bullismo nasce dall'affermazione di arroganza e superiorità fisica. Anch'io alle medie mi sono trovata vittima di un bullo, un ragazzo più grande. Situazioni pesanti, di autentico sadismo"
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