sabato 11 aprile 2015

Grandissimo Papa. Che possa vivere in eterno.

Giubileo, la bolla del papa: «Mafiosi e corrotti pentitevi»

Bergoglio indice l'anno giubilare. E condanna la «piaga putrefatta della società».

11 Aprile 2015
L'attacco alla corruzione «piaga putrefatta della società» e l'appello uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale - «qualunque sia» - a «cambiare vita» perché «per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno può sfuggire».
Con un invito alla conversione Papa Francesco ha dato il via al conto alla rovescia per il Giubileo davanti alla Porta santa della basilica di San Pietro.
Alla presenza di rappresentanti ecclesiastici dei cinque continenti Bergoglio ha consegnato la «Bolla» intitolata «Misericordiae vultus» che indice l'evento straordinario in programma dall'8 dicembre 2015, data che ricorda anche il cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II.
BOLLA MISERICORDIAE VULTUS E MONITO AI CORROTTI. Tredici pagine che si leggono come una mini-enciclica e va al cuore del pontificato di Francesco: «Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia», scrive, ma ora «è il tempo del ritorno all'essenziale» perché «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre» e «l'architrave che sorregge la Chiesa è la misericordia».
Bergoglio ha poi sottolineato che l'anno santo dedicato alla misericordia è un'opportunità in particolare per mafiosi e corrotti. Gesù, si legge nella bolla, «pur combattendo il peccato non ha mai rifiutato nessun peccatore». «Per il vostro bene vi chiedo di cambiare vita. Lo stesso invito giunga anche alle persone fautrici o complici di corruzione. Questa piaga putrefatta della società è un grave peccato che grida verso il Cielo». Poi il monito che ricorda quello di Giovanni Paolo II ad Agrigento: «Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno può sfuggire».
La corruzione, scandisce il testo in un crescendo di condanna, «impedisce di guardare al futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri». Si tratta di «un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici» e di «un accanimento nel peccato, che intende sostituire Dio con l’illusione del denaro come forma di potenza». Ma, ha ammonito Francesco, «nessuno può sentirsi immune da questa tentazione».
UNA PORTA SANTA IN TUTTE LE DIOCESI. Il carattere dell'Anno santo proclamato da Francesco è quello dell'universalità: il papa ha chiesto che in tutte le cattedrali delle diocesi mondiali e nei santuari scelti dai vescovi locali venga istituita una «porta santa» come «segno di comunione di tutta la Chiesa», decentrando, così, l'evento giubilare.
I MISSIONARI DELLA MISERICORDIA. Il Giubileo, ha spiegato il pontefice nell'omelia, dovrà essere un «segno della tenerezza di Dio» e «il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti la via del perdono e della riconciliazione».
E per questo l'altra novità dell'anno santo straordinario è legata ai «missionari della misericordia»: sacerdoti che saranno inviati dal papa con l'autorità di perdonare anche i peccati più gravi, quelli che sono riservati alla Sede apostolica. Ai vescovi, viene chiesto di organizzare in tutte le diocesi delle «missioni al popolo», in modo che «questi missionari siano annunciatori della gioia del perdono»: «Non mi stancherò mai», aggiunge poi il papa , «di insistere perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre».
CONVERTIRSI E SOTTOPORSI ALLA GIUSTIZIA. Francesco nella bolla cita Giovanni XXIII, che in apertura del Concilio chiedeva di «usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore», e ricorda che la misericordia «non è in contrasto con la giustizia»: «La giustizia», è scritto, «è un concetto fondamentale per la società civile quando, normalmente, si fa riferimento a un ordine giuridico attraverso il quale si applica la legge», mentre la misericordia «esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere». In questo senso, aggiunge Francesco «Dio è sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. È sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia».

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