domenica 6 luglio 2014

La mafia non esiste. E neanche la 'ndrangheta. Questo dice Grillo quando afferma che la mafia non ha mai strangolato nessuno. Per lui è lo stato che strangola. Una vera vergogna per chi fa affermazioni così azzardate e stravaganti.

Calabria, la processione religiosa
omaggia il boss con «l’inchino»

Il caso a Oppido Mamertina pochi giorni dopo la scomunica del Papa ai mafiosi.
Il vescovo Milito: presto provvedimenti energici. Alfano: un rituale ributtante
ANSA
La processione della Madonna delle Grazie Madonna delle Grazie di Tresilico Oppido Mamertina in un’immagine tratta dal un filmato su Youtube.

Erano passati appena undici giorni. Non uno di più. Undici giorni dopo la scomunica ai mafiosi espressa dal Papa durante la Messa nella spianata di Sibari a Cassano all’Ionio, una processione con una statua della Madonna si è fermata davanti alla casa di un boss della ’ndrangheta per omaggiarlo: trenta secondi di sosta per simboleggiare l’«inchino» a Giuseppe Mazzagatti, 82enne già condannato all’ergastolo, adesso ai domiciliari per ragioni di salute. È accaduto il 2 luglio a Oppido Mamertina (RC), come riferisce il Quotidiano della Calabria. 
Una protesta plateale sarebbe stata espressa dal maresciallo dei Carabinieri del luogo durante la processione: avrebbe abbandonato, insieme agli altri militari, la manifestazione. In realtà «il maresciallo Andrea Marino si è allontanato dalla processione per compiere il suo dovere, ossia identificare i responsabili di quanto stava accadendo», ha spiegato il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, il colonnello Lorenzo Falferi, che ha ricostruito quanto avvenuto lo scorso 2 luglio. «Il comandante di stazione - prosegue Falferi - quando si è reso conto di quanto stava per accadere, si è allontanato dal percorso previsto della processione per documentare, da ufficiale di polizia giudiziaria, l’evento. Ciò al fine di identificare sia le persone responsabili dell’inchino, sia coloro che hanno dato l’ordine di compiere quel gesto». «In questo caso - puntualizza il colonnello - l’allontanamento dalla folla è stato un atto di servizio, fatto per compiere il proprio dovere». Una informativa è stata già redatta in merito all’«inchino», corroborata anche da un filmato: saranno vagliati dall’autorità giudiziaria. 

VIDEO - ECCO LA PROCESSIONE DELLE POLEMICHE  

Il vescovo: “Presto provvedimenti”  
Le reazioni sono immediate. Dalle Chiesa alla politica. «La Madonna non si inchina ai malavitosi. Chi ha fatto fare l’inchino alla Madonna le ha fatto fare un gesto che la Madre di Dio non ha mai fatto. Si è inchinata la statua, non la Madonna», dice monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario generale della Cei. È fortemente contrariato anche il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, monsignor Francesco Milito, che promette un’indagine. «Saranno presi provvedimenti energici in modo da far capire che non ci possono essere alleanze contro la fede - dice a Radio Vaticana - e quindi c’è la più grave riprovazione per quanto successo». Milito, 66 anni originario di Rossano (Cosenza), guida la diocesi di Oppido-Palmi dal 4 aprile del 2012. Stamane dopo aver saputo della vicenda della processione della Madonna delle Grazie, il prelato non ha esitato il fatto come «molto grave». «In tempi brevi - ha aggiunto - prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti». Il Vescovo, che stamane era a Oppido Mamertina, è poi partito per impegni pastorali. Ma il suo pensiero è sempre rivolto a quanto accaduto in questi ultimi giorni. «Non c’è bisogno di comprovare, perché c’è il fatto, e basta. C’è soltanto necessità di avere elementi di comprensione maggiore. Al di là di questo, le mie posizioni saranno molto energiche sull’argomento». 

Alfano: «Ributtante rituale»  
Anche la politica insorge in un coro d’indignazione. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, definisce l’accaduto un «deplorevole e ributtante rituale». Il ministro si è inoltre complimentato con i Carabinieri. «Esemplare il loro comportamento visto che si sono allontanati - dice il ministro - mentre altri compivano quel gravissimo gesto, per mantenere pulita la loro divisa e integro l’alto valore delle istituzioni che rappresentano. Per questo motivo, mi sono complimentato con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli. Confido che anche altri prendano presto le distanze da atti incommentabili». A commentare c’è anche Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia. «Quanto è avvenuto nel corso della processione sconcerta e addolora - dichiara Bindi - e intendo approfondire i fatti incontrando anche il maresciallo Marino». Quanto accaduto a Oppido Mamertina è una chiara sfida allo Stato ma soprattutto alle parole del Papa contro la `ndrangheta pronunciate nel suo recente viaggio in Calabria», dichiara, in una nota, la presidente facente funzioni della Regione Calabria Antonella Stasi. Dura la reazione anche della Dda di Reggio Calabria.«Le parole del Papa sono state ascoltate da tutti ma poi in pratica non sono osservate. Quanto accaduto appare come una sfida a quelle parole», dice il procuratore aggiunto Nicola Gratteri. «Il Papa - ha aggiunto - non ha rivolto un invito ma ha intimato a tutti di comportarsi da cristiani». 

La «scomunica» ai mafiosi del Papa  
Papa Bergoglio, al termine della visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, aveva lanciato la scomunica per i mafiosi e la richiesta di combattere la ‘ndrangheta perché adora i soldi e disprezza il bene. «Quando non si adora il Signore - aveva detto il Papa - si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza»; e «la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La ’ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi». «Quelli - aveva concluso - che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati».  

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