"Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatori a vita, ai sensi dell'articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l'architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, "che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale". Lo rende noto il Quirinale.
I decreti sono stati controfirmati dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Enrico Letta.
Ha dunque informato delle nomine il presidente del Senato Pietro Grasso. Il capo dello Stato ha dato personalmente notizia della nomina ai neo senatori, porgendo loro "i più vivi auguri".
Il Quirinale non dovrebbe procedere ad ulteriori nomine nel corso del secondo settennato di Napolitano, a meno di cessazione di qualcuno di essi dalla carica. Napolitano ha seguito nel corso del suo primo mandato l'interpretazione dell'articolo 59 che ha prevalso negli ultimi anni , non superando mai il numero totale di 5 senatori a vita creati per merito. Il testo costituzionale recita: "Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario".
In passato, al contrario, in particolare da Luigi Einaudi, Sandro Pertini e Francesco Cossiga, è stata seguita un'interpretazione più estensiva, tale per cui il numero di cinque era da considerarsi come il numero massimo di nomine a disposizione di ogni singolo presidente, indipendentemente dalla presenza pregressa di altri senatori a vita.
Un modo, quello di Napolitano, per fermare pressioni e speculazioni che si rincorrono da qualche mese a questa parte. E che hanno fatto entrare nel toto-nomine figure di rilievo politico, quali Gianni Letta, Marco Pannella, Romano Prodi e, soprattutto, Silvio Berlusconi.
Lo conferma indirettamente una nota dello stesso Napolitano: "Sono convinto che dai quattro senatori a vita così prescelti verrà un contributo peculiare, in campi altamente significativi, alla vita delle nostre istituzioni democratiche, e - in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico di parte - all'attività del Senato e dell'intero Parlamento".
Il presidente ha poi aggiunto: "È anche per dare un segno di serena continuità istituzionale che ho ritenuto di dover colmare i vuoti tristemente determinatisi, nel breve giro di un anno, nelle fila dei senatori a vita di nomina presidenziale. Sempre convinto delle ragioni che indussero i padri costituenti a prevedere quella speciale presenza nel Senato della Repubblica e ad attribuire quella facoltà al presidente della Repubblica, ho raccolto elementi di giudizio e compiuto passi discreti per attribuire i quattro seggi di senatore a vita rimasti vacanti"