"Devo fare qualcosa per le condizioni in carcere. Ho visto cose disumane. Stando fuori non sai com'è qui dentro. Nemmeno te lo puoi immaginare". Sono parole di Jonella Ligresti, arrestata la settimana scorsa dalla guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta Fonsai, riferite alla Stampa da un consigliere regionale che l'ha incontrata nel carcere di Torino.
"Si può fare la doccia soltanto una volta al giorno - spiega la donna -. Un'ora d'aria è troppo poco per sopportare le sbarre. Qui, tutte le detenute mi danno una mano. Mi aiutano. Anche tra il personale ho incontrato molta umanità. A Torino come a Cagliari, sebbene là la cella fosse un pò più grande e accogliente. Anche là ero con un'altra detenuta, ma lo spazio era di cinque metri per cinque".
"Non merito il carcere - aggiunge -. Mi hanno strappato dalle braccia dei mie figli. Non mi sarei mai aspettata di finire qui dentro. Anche se sui giornali mi hanno già dipinta come una delinquente, credo fortemente nella giustizia e avrò modo di dimostrare che sono estranea alle accuse". "Neanche mio padre meritava di essere trattato così. Ha 81 anni. un uomo anziano". Si ripromette che una volta fuori farà "qualcosa per le altre detenute che ha incontrato in carcere". "C'è una donna di colore - cita come esempio - che è stata arrestata per aver portato il figlio di tre anni all'asilo. Era agli arresti domiciliari e non poteva uscire".
La famiglia Ligresti
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Agf
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