Invia per email
Stampa
Con i soldi delle loro indennità parlamentari i Cinquestelle le hanno ricomprato la casa messa all'asta e per la quale il padre si tolse la vita tragicamente dandosi fuoco davanti all'immobile che gli era stato pignorato dalle banche, ma ora lei si candida con Forza Italia.
Suona come uno schiaffo al M5S la scelta di Martina Guarascio di candidarsi alle prossime elezioni regionali nella lista di Forza Italia a sostegno della candidatura di Nello Musumeci. A dare la notizia il deputato nazionale Nino Minardo.

Martina Guarascio è figlia di Giovanni Guarascio, il commerciante che con il suo tragico gesto, nel maggio di quattro anni fa a Vittoria, richiamò l'attenzione del paese sul fenomeno delle centinaia di casa che, soprattutto nel Ragusano, vengono messe all'asta giudiziaria dalle banche che finiscono con l'entrarne in possesso per il mancato pagamento di debiti anche di piccola entità. La sua battaglia, negli anni successivi, venne portata avanti dalla vedova e dai figli che avrebbero dovuto essere sfrattati e consegnare la casa al nuovo acquirente. Uno sfratto scongiurato ancheo grazie all'aiuto del M5S che raccolse i 30.000 euro necessari a ricomprare l'appartamento venduto all'asta. La trasmissione Servizio pubblico rilanciò il numero del conto corrente della famiglia, in cui confluirono 78.000 euro utilizzati per curare la moglie di Giovanni Guarascio, rimasta anche lei gravemente ustionata, affrontare le spese legali e pagare la quota per ricomprare l'immobile.

Un anno e mezzo fa su un palco attorniato da migliaia di persone a Vittoria, a riconsegnare la casa ai Guarascio, c'erano Luigi Di Maio, ora candidato premieri del Cinque Stelle, e il parlamentare Alessandro Di Battista. Ma ora, Martina, che ha 32 anni, ha accettato la proposta avanzata dal Movimento dei Siciliani indignati di Gaetano Armao e sarà in lista con Forza Italia.

Piccata la reazione del candidato presidente del M5S: " Siamo contenti per lei, si vede che le abbiamo restituito tanta di quella serenità, da potere pensare pure di dedicarsi alla politica attiva. Ci dispiace solo che abbia scelto il lato sbagliato. Quella casa – racconta Cancelleri – noi la ricomprammo e la restituimmo alla famiglia sottraendola alla disperazione, ma, soprattutto, per accendere i riflettori sul problema delle aste giudiziarie,
 che rappresentano un vero incubo per tantissimi. Per mettere argine al fenomeno facemmo approvare all'Ars un disegno di legge voto per l'impignorabilità della prima casa, tutt'ora fermo a Roma”.
La casa fu comprata con i soldi provenienti dalle restituzioni di parte degli stipendi dei 14 deputati all'Ars “e, contrariamente a quello che di tanto intanto afferma qualcuno – dice Cancelleri - fu interamente pagata".