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Prima le ha nominate, varando il suo quarto rimpasto in 13 mesi. Quindi, su una delle due, ha applicato un pesante maquillage per cercare di abbellirne il curriculum. Ma l'operazione non è riuscita. E nell'arco di un paio d'ore la sindaca Raggi è stata smentita.

Margherita Gatta, entrata ieri nella quinta edizione della giunta grillina, è stata presentata dal Campidoglio come una laureata in legge che "dal '92 ha lavorato per la Cassa nazionale di previdenza per gli ingegneri e gli architetti: dirigente apicale nell'ufficio Contratti". Manco per niente, ha però rettificato Inarcassa: "Non ha mai ricoperto incarichi dirigenziali, essendo inquadrata come impiegata amministrativa".

Per la neo-assessora ai Lavori Pubblici un debutto che avrebbe meritato maggiore cautela, anche alla luce dei pittoreschi post pubblicati su Facebook, poi oscurati sull'onda delle polemiche, coi quali propugnava teorie anti-vax, anti-euro e ati-cancro, curabile con l'omeopatia. Tanto più che pure il suo cursus honorum nel M5S appare un po' claudicante: candidata in V municipio grazie a 58 click, Gatta ha raccolto solo 73 voti, restando fuori persino dal consiglio di zona.

Ora sarà lei a doversi occupare della manutenzione urbana e stradale, vero buco nero dell'amministrazione romana: "Una sfida", la definisce, "il settore dei lavori pubblici è uno di quelli che è stato più colpito dallo tsunami di Mafia Capitale", sentenzia. Peccato solo che non sia vero, ché Buzzi e Carminati su tutto trafficavano - verde, rom, migranti, emergenza abitativa - tranne che su buche appalti edili.
A ogni modo, dritta come un fuso, "ho chiesto a Margherita e Rosalba di mettere a disposizione le loro competenze per il rilancio della città", esulta la sindaca Raggi dopo aver firmato l'ordinanza di nomina. A salvarle la faccia, il curriculum dell'altra assessora, l'avvocata nissena Castiglione - specializzata in diritto e valorizzazioni immobiliari - che assume le deleghe a Patrimonio e Casa restituite dal titolare del Bilancio Andrea Mazzillo. Le cui invettive contro le ingerenze dell'asse del Nord hanno però lasciato il segno. In giunta. E soprattutto nei vertici del Movimento.

Decisi perciò a sbarazzarsene, quando sarà il momento, ma salvando ancora una volta il soldato Raggi almeno sino alle politiche: allorché Palazzo Chigi sarà - si spera - espugnato e disfarsi dell'inquilina del Campidoglio sarà più facile. Una sentenza già emessa, nonostante la foto postata su Facebook dell'incontro tra Luigi Di Maio, Raggi e il candidato in Sicilia Cancelleri, avvenuto ieri alla Terrazza Termini. "Che se poi dovessimo perdere " ragiona un deputato 5S, "sappiamo già con chi prendercela: sarà tutta colpa di Virginia, simbolo del nostro fallimento politico e di governo".

Perciò, per adesso, la blindatura viaggia come sempre sul blog di Grillo. Dove un post firmato dal M5S romano rilancia un sondaggio di Ixè per la trasmissione Rai Agorà in cui si sostiene che "quasi il 70% degli italiani esprime un giudizio positivo sulla sindaca": la prova, per i grillini, che "gli italiani sono molto più saggi dei tanti soloni che hanno distrutto la città e ora pretendono miracoli". Ma "per un sondaggio vero
 chiedano alla folla in attesa al capolinea Tiburtina", ironizza su Twitter il dem Anzaldi.

Nel frattempo "con il quarto rimpasto e ben 16 assessori cambiati in 14 mesi i 5S gareggiano per polverizzare il primato delle peggiori giunte Dc", attacca il deputato Fdi Rampelli. "Una giunta in amministrazione controllata da Milano, non all'altezza della capitale ", tuona la capogruppo pd Di Base. Per FI, "una squadra di dilettanti allo sbaraglio".