Aveva detto che gli insulti ai napoletani del Carroccio erano solo folklore e si era schierato contro l'accoglienza dei 300 migranti. Oggi va in carcere per corruzione
Fondi neri, corruzione, appalti pilotati: è per queste accuse che la Guardia di Finanza ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per il sindaco di Torre del Greco (Napoli), Ciro Borriello, e di altre cinque persone. Si tratta dei rappresentanti della società Fratelli Balsamo Srl e di altri due imprenditori di Torre del Greco. Secondo l’accusa, le investigazioni “hanno rivelato un mercimonio della funzione pubblica svolta dal sindaco”.
Ciro Borriello, l’accusa di corruzione
In carcere sono finiti anche due imprenditori, Massimo e Antonio Balsamo. Ai domiciliari vanno invece Ciro Balsamo, Francesco Poetie Virgilio Poeti. Secondo l’accusa, il sindaco avrebbe avvantaggiato la ditta Balsamo. Nello specifico le indagini hanno documentato che la società F.lli Balsamo, si legge in una nota della Procura di Torre Annunziata, ha “costituito mediante escamotages contabili, fondi neri di denaro contante, funzionali a ripagare lautamente gli atti contrari ai doveri di ufficio posti in essere dal primo cittadino”.
Tali somme “venivano consegnate al sindaco nel corso di incontri mensili in luoghi appartatati, privi di copertura di cellulari, mediante passaggi da un’auto all’altra”. Nonostante tutto questo, gli incontri sono stati integralmente documentati con video-riprese e intercettazioni ambientali.
Ciro Borriello, il sindaco salviniano
Ciro Borriello, eletto con una coalizione di centrodestra, aveva manifestato simpatie “leghiste” nei mesi scorsi, quando aveva dichiarato che le frasi contro i napoletani e la secessione erano “solo folklore”, e aveva poi espresso contrarietà all’accoglienza dei trecento migranti in arrivo dal piano di riparto nazionale. In pieno stile leghista. “Creeranno solo numerosi problemi a Torre del Greco – sottolineava all’epoca al Fatto e poi aggiungeva – in Nigeria non c’è alcuna guerra civile, i migranti che arrivano lo fanno perché nel loro paese guadagnano 40 euro al mese e da noi invece basta restare pochi minuti fuori a un negozio per guadagnare la stessa cifra. Gli immigrati non ci portano di certo ricchezza, io credo che 35 euro al giorno sarebbero felici di averli anche i torresi. Devono restare a casa loro” concludeva.
Borriello si era anche dimesso il 29 luglio scorso per contrasti con la sua maggioranza durante il voto sull’assestamento di bilancio: «Non è possibile andare avanti in condizioni del genere. La politica in città è morta. Sono dispiaciuto per quanto è accaduto, ho però la coscienza a posto: so di aver lavorato per la crescita della città».
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