Fassina, anima di Soviet in cuor di Pcus
Pubblicato il 26 giugno 2015 15:16 | Ultimo aggiornamento: 26 giugno 2015 15:23
ROMA – E’ già successo ed è stato un dramma della storia, uno dei più grandi drammi del secolo scorso. E già successo che i Soviet diventassero… Pcus. I Soviet, degli operai, dei soldati, dei contadini… I Soviet dove la “classe generale” si faceva popolo, il popolo si faceva governo, amministrazione, potere. I Soviet dove erano rappresentati e trionfanti gli interessi della “classe generale” che, perseguendo il suo interesse di emancipazione economica, fungeva da leva che smuove e scardina l’assetto della produzione società capitalistica. I Soviet dove doveva nascere la nuova e radicalmente diversa economia e perfino l’uomo nuovo…Non durarono a lungo i Soviet, fecero relativamente presto a diventare il Pcus: un ceto burocratico parassitario che fallì in economia e fallì nella storia.
E’ già successo in grande, nella storia. Continua a succedere, in miniatura. E, disse una volta qualcuno, la prima volta dramma, la seconda farsa…figurarsi, diciamo noi, la milionesima volta. Risuccede anche qui da noi, oggi. Stefano Fassina, anima di Soviet, cuor di Pcus. Ha appena lasciato il Pd Stefano Fassina e in questo non c’è scandalo e neanche sorpresa. Ma ascoltate, leggete perché lo ha lasciato. Ha dottamente e sinceramente spiegato Fassina che Renzi è quel che è, il peggio. Ma che il peggio per il Pd comincia dal Lingotto, cioè da Veltroni (“Bersani-sospira Fassina-è stata solo una parentesi”). Cioè dall’aver inoculato nel Pd un po’ di liberalismo politico, cioè dall’aver voluto copulare con il governare. Cioè dall’aver smesso di essere l’anti sistema. Cioè dall’aver smesso di essere comunista.
Quindi Fassina anima di Soviet. E ci può stare. Si può essere anche nel 2015 comunisti. Non è una cattiva parola di per sé. Il Pd comunista non è ma se uno vuol essere comunista non c’è scandalo e neanche peccato. Però, però…guardiamo perché, come e quando Fassina se n’è andato dal Pd e dove sta andando, dove dice di andare. Dice: fuori dall’Europa “tedesca”. Dice: fuori dal mondo dei jobs act. Dice: fuori dai vincoli di bilancio. Dice insomma fuori dalla forma concreta oggi assunta sul pianeta dall’economia di mercato. E va bene, anche i Soviet fuoriuscivano, volevano uscir fuori dall’economia di mercato. Va bene, anche se l’economia di mercato da cui Fassina vuol fuoriuscire è quella contaminata e modulata da socialdemocrazie e welfare (i Soviet avevano a che fare con qualcosina di peggio).
E va bene, Fassina-Soviet vuole rivoltare questo mondo e questo paese come un calzino, insomma fare la rivoluzione. Democratica, ma sempre rivoluzione. Si tratta dunque di stare dalla parte di chi…Dalla parte di chi concretamente sta Fassina? Apprendiamo dalla sua voce che sta dalla parte di quei docenti di scuola che si sentono esposti alla “tratta” e che vedono uccisa la scuola pubblica se qualcuno o qualcosa prova a metterlo in cattedra il prof se sa. Già, una parte dei docenti trovano “attentato alla libertà di insegnamento” la verifica e valutazione professionale. Questo, secondo Fassina, è un segmento, segmento importante del ceto sociale portante del mondo nuovo a venire.
I prof renitenti alla valutazione (e, sospettiamo anche alla competenza), il pubblico impiego renitente e resistente all’efficienza e all’utilità sociale dei loro servizi e funzioni, i pensionandi più che i pensionati aventi come obiettivo sociale la rendita seppur spesso minima purché sia presto, quella quota di studenti renitenti all’acquisizione delle competenze per la vita e idealmente già iscritti alla quota precari, i precari sindacalizzati che esigono l’anzianità di precariato sia la prima e somma motivazione di assunzione…E’ questa la “classe generale” di Fassina e Fassina sa cosa si intende quando si dice “classe generale”, Fassina ha studiato di economia e politica (Tsipras forse non lo sa) ma Fassina sì. Quindi Fassina sa quel che fa e dice.
Fassina cuor di Pcus: se quella sopra descritta è la sua “classe generale, e lo è, solo un Pcus in miniatura ideologica può identificare in ceti che una volta si sarebbe detto parassitari la leva per sollevare il mondo vecchio e rovesciarlo in mondo nuovo. Dubbi sulla natura profonda del “blocco sociale” alla Fassina? All’occorrenza questi ceti e gruppi fanno nessuna fatica a votare non M5S per protesta, ma Lega-Salvini per interesse (Lega che infatti celebra da par suo la convergenza con la “vera scuola” inneggiando in Parlamento alla vaselina da distribuire ai docenti esibendo l’apposito tubetto e mimando il cosa farci). Loro, le piccole e grandi corporazioni della società glacificata, lo sanno con lucidità che il loro non è l’interesse generale, sanno di non essere “classe generale”. I Fassina invece non lo sanno, non lo vedono e, con animo da Soviet, si battono per un Pcus.
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