domenica 28 giugno 2015

Un giornale che parteggia palesemente per un partito o un movimento non è più credibile.

Quel che c’è da sapere sul nuovo Fatto Quotidiano "travagliesco"

Blog post del 26/06/2015
  
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Dopo sei anni Il Fatto Quotidiano ha rinnovato il suo giornale versione cartacea, come si può notare dal 24 giugno. Il nuovo direttore Marco Travaglio, ex vice dell'epoca Padellaro, ha portato un rinnovamento della grafica spartana che caratterizzava il giornale da quando ha debuttato nelle edicole.
Per quanto ora tenda ad avvicinarsi di più allo stile di altri quotidiani c'è da dire che la scelta è stata azzeccata. I titoli non sono tutti con la stessa font però sono gradevoli. Il testo sembra il medesimo, la dispozione e l'organizzazione dei pezzi sono state rivisitate, rendendo Il Fatto Quotidiano più ordinato alla vista.
La cosa che però è da tenere in considerazione è la promessa del direttore Travaglio - noto alle cronache per le sue invettive poco moderate - di far uscire dalla redazione un giornale "meno urlato" (come stiamo provando a fare su Nuova Repubblica), in cui sia ben distinta la divisione tra fatti e opinioni, tra cronanca e commento. Cosa che negli ultimi tempi rendeva confuso Il Fatto, in quanto i giornalisti si prendevano spesso una "licenza giornalistica",  trasformando un proprio punto di vista (sepppur condivisibile) in una notizia e quindi in un fatto in sé. Su facebook fanno notare un titolo sul sì alle Olimpiadi a Roma abbastanza discutibile anche da chi è contrario ad ospitarle, il che rende meno efficace la promessa del direttore.

Il nuovo fatto quotidiano. Foto di Emanuele Rigitano
Il nuovo fatto quotidiano. Foto di Emanuele Rigitano
24 pagine per un giornale uscito il 24 giugno...solo che per ora manca una cosa: la pubblicità.
Sfogliando il cartaceo del 25 ho notato solo una pubblicità commerciale che occupa circa un terzo di pagina partendo dal fondo, oltre ai due riquadri in alto in prima pagina. Poi a metà giornale una mezza pagina dedicata a un evento del Fatto e in ultima due terzi di pagina per la donazione del 5 per mille ad Ail. Stop.
Una scelta?  Carenza di inserzionisti? Vedremo. Anche perché il nuovo corso targato Travaglio dovrà raggiungere l'obiettivo di aumentare le copie vendute visto il calo progressivo di questi ultimi anni. Un salto di qualità che necessità un giornalismo più curato e dedicato a quelle cose che non vengono raccontate dagli altri, senza troppi fronzoli ma con la capacità di influenzare il dibattito e l'opinione pubblica.
Per ora posso dire di aver notato un miglioramento, sia estetico che di contenuti. Vedremo se il futuro porteà miglioramenti o declassamenti.

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