Dopo che la Cassazione ha confermato la condanna di Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione, sembra che non ci sia al momento uomo più ambito di lui. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano: da sacerdoti a leader del '68, da sindaci a docenti universitari. E, poiché il Cav dovrebbe scontare la pena irrogata o con gli arresti domiciliari o con l'affidamento ai servizi sociali, ecco fioccare gli inviti per accoglierlo, qualora si decidesse per la seconda opzione.
L'ultimo, in ordine di tempo, è quello di Mario Capanna, ex leader di Democrazia Proletaria. In qualità di presidente della Fondazione "Diritti Genetici", Capanna ha oggi indirizzato una lettera a Berlusconi, in cui, invitandolo a lavorare per la fondazione, ha presentato la proposta come una "terza via" tra gli arresti domiciliari e l'affidamento ai servizi sociali. “Tra condannati (io per “reati” derivanti dalle lotte studentesche, di cui vado fiero) ci si intende meglio – scrive il noto politico - e dunque mi permetto di esporLe un ragionamento.” Capanna argomenta così quella che definisce “un’offerta sincera” rivolta a Silvio Berlusconi:
“Sarebbe ben di più di un generico servizio sociale, potrebbe occuparsi del nostro progetto strategico GenEticaMente, mirante a fare di Roma la capitale euromediterranea della ricerca scientifica partecipata. Avrebbe modo di mettere a frutto, per un fine nobile e di alto profilo, la Sua vasta esperienza di leader politico e la molteplicità delle Sue relazioni nazionali e internazionali”.
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L'attesa e la sentenza, i giorni del processo Mediaset
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Ieri Affaritaliani.it pubblicava, invece, un'altra lettera al Cav: quella, cioè, scritta da Mario Furlan, docente universitario e fondatore dei City Angels, "l'associazione di volontari di strada in basco blu e maglietta rossa che aiutano senzatetto e cittadini in difficoltà in 18 città italiane". Ecco le motivazioni di Furlan, per invitare Berlusconi a collaborare col suo ente benefico:
"Perché in questi anni lei, come tutti i potenti, ha vissuto non nel mondo, ma nel suo mondo. Un mondo dorato, distaccato dalla realtà. Dove, come tutti i potenti, è circondato da lecchini e yes-men, ansiosi di compiacerla pur di lucrare qualche vantaggio; e da donne di facili costumi, veloci tanto nel darla quanto nel voltarle la schiena. La hanno illuso di essere invincibile. Di essere Superman. Di non avere le stesse debolezze, le stesse fragilità, le stesse paure di noi persone comuni. Sciocchezze".
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Il 1° agosto è stata la volta di Ivano Ferri, sindaco del comune toscano di Cavriglia, che sul suo profilo Facebook ha lanciato il seguente appello:
"Alla luce della sentenza Mediaset e con lo spirito di collaborazione fra istituzioni, nel caso il condannato Silvio Berlusconi chieda l'affidamento ai servizi sociali l'amministrazione comunale di Cavriglia si renderà immediatamente disponibile ad accoglierlo affinché possa serenamente scontare la pena svolgendo attività socialmente utili. Abbiamo anche già individuato il settore di attività nel quale potrebbe essere felicemente collocato"
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silvio berlusconi scopa
Proposta questa, che sembra ricalcare quella del vicesindaco di Torre Annunziata - comune del Napoletano con non pochi problemi -, che, ancor prima della sentenza, inviò una lettera alla Cassazione, chiedendo l'affido di Berlusconi, in caso di condanna, per un'occupazione presso il locale assessorato alle Politiche sociali.
Sempre il 1° agosto, a poche ore dalla condanna, anche don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (CNCA), aveva invitato l'ex presidente del Consiglio "a scontare la sua condanna in una cooperativa sociale", per essere "stato uno dei protagonisti dell'affossamento dello stato sociale nel nostro Paese".
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