martedì 30 luglio 2013

Finalmente indagato Calderoli. Sarebbe da mettere in galera e buttare le chiavi.


Roberto Calderoli indagato per diffamazione della Kyenge
di Redazione - 17/07/2013 - Dalla procura di Bergamo



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“Diffamazione aggravata dall’odio razziale“: con quest’accusa Roberto Calderoli è formalmente indagato dalla Procura della Repubblica di Bergamo per le sue frasi pronunciate sabato sera a Treviglio sul ministro Cécile Kyenge, paragonato a un orango. Già ieri un avvocato aveva presentato una denuncia, chiedendo alla Procura di verificare se le parole di Calderoli configurassero un reato. Fino all’apertura del fascicolo. Calderoli rischia ora fino a quattro anni e mezzo di carcere. I magistrati stanno procedendo d’ufficio, senza querela di parte, considerato che la ministra Kyenge non ha mai denunciato il parlamentare del Carroccio.

GLI INSULTI DI CALDEROLI E LA DISPUTA LETTA-MARONI - E’ stato il procuratore Francesco Dettori a raccogliere i diversi articoli di stampa sul comizio e acquisire l’audio del discorso di Roberto Calderoli, aprendo quindi il fascicolo. Parole offensive verso la ministra dell’Integrazione: “Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare alle sembianze di un orango”, aveva affermato il leghista. Dopo giorni di polemiche, seguite alle accuse infamanti, erano arrivate le scuse del diretto interessato, che non si era però dimesso. Nel suo discorso in Aula, a Palazzo Madama, Calderoli aveva spiegato che “sarebbe stato pronto a fare un passo indietro se vi fosse stata una maggioranza molto ampia” ad averglielo chiesto. Ma “così non è stato”, ha precisato. Caso chiuso? Non proprio. Anche perché, dopo le dichiarazioni di Calderoli, è partito lo scontro tra Letta e la Lega Nord. Già negli scorsi giorni il presidente del Consiglio aveva chiesto a Roberto Maroni di esprimersi in merito, prendendo provvedimenti contro Calderoli. Cosa che non è avvenuta. Per questo ha rilanciato: per Letta, non facendolo dimettere da vicepresidente del Senato, Roberto Maroni “si è reso correo dell’insulto al ministro Kyenge”. Una risposta pesante, da parte del premier, alle dichiarazioni del leader leghista che aveva dato per “chiuso” il caso scatenato dalle offese di Calderoli alla ministra per l’Integrazione.

PALAZZO CHIGI VS LEGA NORD – Maroni aveva replicato a sua volta in maniera piccata: ”Non diciamo stupidaggini”, aveva ribattuto il segretario della Lega Nord al pressing di Letta. Maroni, che ha ribadito come per lui la vicenda fosse chiusa, ha aggiunto: “Calderoli si è scusato e Letta farebbe meglio a occuparsi di altre cose”, incalzando il governo sul pasticcio kazako. Ma la tensione tra Lega Nord ed Enrico Letta non è diminuita. Altro che caso rientrato. Fonti di Palazzo Chigi avevano sottolineato “la scivolata di un leader che non riesce a far dimettere Calderoli dalla vicepresidenza del Senato, carica che purtroppo non è oggetto di voto di sfiducia”. Precisando, così, come per Palazzo Chigi Maroni si rendesse appunto “correo dell’insulto al ministro Kyenge”. Anche da Londra, Letta ha continuato ad attaccare Lega e Calderoli. Rispondendo a una giornalista sul caso aveva ribadito come le parole di Calderoli fossero “una vergogna per il Paese”, tornando a chiedere le dimissioni dell’esponente leghista. “Soltanto questo atto potrebbe chiudere la questione”, ha spiegato Letta, che ha difeso il Paese dalle accuse di intolleranza e razzismo. “L’Italia non è così e la presenza del ministro Kyenge nel mio esecutivo dimostra che l’Italia è un Paese moderno”, ha concluso il presidente del Consiglio.

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