Secondo la sindaca l'assessore voleva nominare uomini nei CdA, aveva contestato Grillo e Casaleggio e si circondava di collaboratori "non proprio specchiati". E la stampa punta il dito in particolare su un amico personale dell'ex responsabile del bilancio. Ma...
Un appunto di Virginia Raggi di cui oggi parla il Messaggero “spiega” quali sono le “colpe” di Andrea Mazzillo, ex assessore al Bilancio del Comune di Roma defenestrato un paio di giorni fa via stampa. E così, mentre Mazzillo va in tv a In Onda a spiegare le sue ragioni e ad annunciare che continua a credere nel M5S, la sindaca, in omaggio alla#trasparenzaquannocepare, fa sapere – si fa per dire – in maniera piuttosto fumosa cosa ci sarebbe a non andare nel suo comportamento.
Le accuse di Virginia Raggi a Mazzillo
A Mazzillo viene imputato «il pressing per nominare alcuni consigli di amministrazione, alcuni collaboratori non proprio specchiati, le sparate sui giornali contro Grillo, Casaleggio e Raggi». Oltre all’evidente diversa strategia tra Campidoglio e assessorato riguardo ATAC, che è stata la pietra dello scandalo degli ultimi tempi. In più, Raggi sostiene che il suo ex assessore “voleva privatizzare l’azienda dei trasporti e che era contrario al concordato”. Lui, com’è noto, sostiene che non sia così e che aveva già trovato una soluzione con Luigi Di Maio per un tavolo con tecnici e militanti del M5S.
Ma la parte più curiosa è l’accusa sui collaboratori “non proprio specchiati” di cui Mazzillo si sarebbe circondato. Ovviamente, sempre in omaggio alla #trasparenzaquannocepare, la sindaca non fa nomi. Per avere un indizio su chi fosse l’uomo “puntato” dalla sindaca bisogna ricorrere a quanto scrive Repubblica a proposito di Giorgio Fanara, 62 anni, ex Forza Italia, siciliano di Marsala.
Andrea Mazzillo e Giorgio Fanara
Con una premessa: anche se fosse lui l’uomo “indicato” da Virginia Raggi, quello che si racconta nell’articolo non suggerisce in alcun modo una collaborazione “non proprio specchiata”, visto che si dipinge Fanara come un aiutante-consigliere di Mazzillo che, da amico personale, non ha percepito alcuna retribuzione in Campidoglio.
Amico personale dell’ex assessore, è apparso in Campidoglio quando Raggi ha dato la delega al Bilancio a Mazzillo. Era il settembre scorso. Da allora, giorno dopo giorno, Fanara si è preso un potere che non gli spettava. Per dire, è stato convocato dalla segreteria di Mazzillo nei due incontri per il rinnovo del contratto di servizio con Atac (il 2 e il 14 marzo), era presente a quello su Acea (il 9 marzo), e c’era pure quando hanno trattato il contratto di Zetema. Costantemente aggiornato su ogni variazione al calendario delle riunioni, riceveva via mail i report contabili di Unicredit e le comunicazioni sulle “strategie di coordinamento operativo delle politiche cittadine” che la sindaca inviava solo agli assessori e al vice capo di gabinetto.
I veleni di Raggi su Mazzillo
Sempre secondo Repubblica nell’anno di permanenza a Roma Capitale Giorgio Fanara si è qualificato indifferentemente: “ingegnere”, “ufficiale dell’Aeronautica militare”, “collaboratore dei servizi segreti”, “con un ruolo presso la Farnesina”.
In rete si trova ancora un suo vecchio curriculum di quando si candidò a metà degli anni Novanta con Forza Italia per il consiglio della Regione Lazio. Nel gennaio 2001 l’allora presidente della Repubblica Ciampi lo invitò al Quirinale insieme a una delegazione dell’Associazione reduci dall’internamento, dalla prigionia e dalla guerra di liberazione. Conosce effettivamente alcuni alti dirigenti dell’Aise, il servizio di intelligence estera, ma non sembra essere inquadrato.
Ma sono le circostanze temporali a far ritenere assurde le accuse della Raggi nei confronti di Mazzillo e Fanara. Se l’assessore aveva un collaboratore (gratuito, per una volta!) che non convinceva la sindaca, perché questa collaborazione è durata addirittura un anno e più senza che nessuno alzasse la mano e ponesse il problema?
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