Livorno, Nogarin e il “pasticciaccio brutto” del cellulare rubato
I tempi del furto e della denuncia fanno sorgere pesanti dubbi sulla correttezza del comportamento del sindaco M5S Filippo Nogarin
Servirebbe la colonna sonora di “Se telefonando” per ricostruire il pasticciaccio brutto in cui questa volta è finito Filippo Nogarin sindaco pentastellato di Livorno e suoi cellulari.
Tutto parte da una richiesta di accesso agli atti. Il capogruppo Pd Pietro Caruso denuncia in consiglio comunale la gravità della mancata trasparenza: “Il sindaco ha denunciato il furto del suo cellulare di lavoro, ma non lo ha comunicato in consiglio comunale. Una mancanza gravissima”. Da lì in consiglio comunale di ieri sera sono partite una serie di domande e rimproveri: “Perchè non lo ha detto?”, “Eppure si tratta di un telefono istituzionale?”, “C’erano dati sensibili?”, “Quando è successo?”.
Ed è questa la domanda veramente importante. Infatti, la ricostruzione dei fatti, getta più di un ombra sul comportamento a dir poco curioso di Nogarin.
Ecco cosa è successo
Martedì 5 aprile – Il sindaco racconta alla stampa di aver subito un furto: gli hanno sfondato l’auto e preso diversi oggetti. Oltrettutto quella mattina nel comune c’era la guardia di finanza impegnata nell’acquisizione documenti sul caso Aamps, l’azienda che gestisce i rifiuti. Un’inchiesta che vede attualmente indagato Nogarin per abuso d’ufficio e falso in bilancio. Comunque, il primo cittadino riferisce alla stampa che dei ladri gli hanno sottratto dalla macchina documenti, il suo PC portatile, un tablet, macchine fotografiche e una sciarpa. I cellulari non erano nella lista degli oggetti trafugati. E nemmeno nella nota ufficiale diramata compaiono i telefonini. La mattina stessa il sindaco sporge denuncia alla Digos e in questa occasione viene stilato l’elenco degli oggetti sottratti: un IWatch, una borsa sportiva, due fotocamere, un pc portatile e un Ipad. Anzi Nogarin prende l’impegno di riferire il codice della sim abbinata all’ipad.
Lunedi 22 agosto – Sono passati quasi 5 mesi ma il sindaco si seaglia dal suo letargo e decide di denunciare la scomparsa anche di due telefonini allungando così la lista degli oggetti trafugati nel furto del 5 aprile.
Martedì 23 agosto – Il giorno dopo il sindaco non perde tempo e fa richiesta all’ufficio economato di un nuovo telefonino: non uno qualsiasi, ma uno uguale a quello rubato: un I-Phone 6S 64GB, ovviamente a carico dei contribuenti livornesi. Costo? 837 euro.
Eppure la mattina del 5 aprile mentre le fiamme gialle perquisivano il Comune il sindaco rispondeva tranquillamente al cellulare: ai due numeri che usa maggiormente, quelli che doveva non aver causa furto. Non solo un video della stessa mattina lo ritrae proprio con due cellulari in mano. Qui il video del Tirreno (vedere al minuto 0.40 ndr). Possibile siano gli stessi? O sono altre due cellulari? Il mistero si infittisce.
Non è la prima volta che Nogarin viene messo nei guai per il telefono: l’ultimo caso riguarda un sms con cui il primo cittadino avrebbe fatto pressioni all’autorità portuale per la promozione di un fedelissimo.
Questa volta però è lo stupore e l’incredulità a farla da padrona, anche tra le file dell’opposizione: “Il pd non segue, come altri, la politica urlata o scandalistica. Ma quello che apprendiamo dalla stampa va ben oltre la nostra immaginazione. Rimanendo nel perimetro delle nostre conoscenze – commenta Pietro Caruso raggiunto telefonicamente da Unità tv – Nogarin dovrà spiegare dettagliatamente cosa è successo e per quali motivi ha taciuto il furto del cellulare istituzionale. Il resto lo dovrà spiegare a tutti i cittadini livornesi, se lo ritiene opportuno”.
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