Berlusconi come Ponzio Pilato: “Governo cade? Non è colpa mia”
Pubblicato il 22 agosto 2013 11.26 | Ultimo aggiornamento: 22 agosto 2013 12.09
di Redazione Blitz
ROMA – Silvio Berlusconi se ne lava le mani come Ponzio Pilato e in un’intervista a “Tempi” sfida di nuovo l’esecutivo: “Diranno che è colpa mia se i ministri del Pdl valuteranno le dimissioni davanti al massacro giudiziario del loro leader eletto da milioni di italiani. Ma io mi domando: se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?”. Tradotto, se il governo cade la colpa non sarà di Berlusconi, ma del Pd.
Non solo Berlusconi evoca di nuovo le dimissioni dei ministri Pdl, ma nell’attacco dell’intervista delinea uno scenario pessimista sulla tenuta dell’esecutivo: “Tutto lascia presagire che il governo abbia le ore contate. Enrico Letta tira i remi in barca, taglia i ponti al dialogo sulla possibilità di trovare una giusta soluzione parlamentare alla sentenza killer della Cassazione e punta a consolidare il suo vantaggio competitivo sullo scalpitante Matteo Renzi all’interno del Pd”.
“In questo passaggio della vita pubblica italiana, è in gioco molto più che il destino di una persona“, sottolinea Berlusconi, definendo poi la sentenza Mediaset “infondata, ingiusta, addirittura incredibile”. La condanna, per lui, è “l’epilogo di quella guerra dei vent’anni che i magistrati di sinistra hanno condotto contro di me, considerato l’ostacolo da eliminare per garantire alla sinistra la presa definitiva del potere”. ”Siamo all’epilogo di quella guerra dei vent’anni che i magistrati di sinistra hanno condotto contro di me, considerato l’ostacolo da eliminare per garantire alla sinistra la presa definitiva del potere”.
E se ancora qualcuno avesse dubbi su una possibilediscesa in campo della figlia Marina (dopo le ripetute smentite dell’interessata) ci pensa il Cavaliere a sgombrare il campo da eventuali supposizioni: “Marina è stata una leonessa nelle sue uscite pubbliche di questi mesi. Il suo valore di persona, di imprenditrice, di donna, di cittadina, è sotto gli occhi di tutti. Le ho dato alcuni consigli, con amore e credo con lungimiranza e sono assolutamente sicuro che non scenderà in campo al mio posto”.
Se il messaggio non fosse abbastanza chiaro, il Cavaliere sottolinea: “Possono farmi tutto, ma non possono togliermi tre cose. Non possono togliermi il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana. Non possono togliermi il diritto di animare e guidare il movimento politico che ho fondato. Non possono togliermi il diritto di essere ancora il riferimento per milioni di italiani, finchè questi cittadini liberamente lo vorranno”.
Sul voto ritorna anche il ministro degli Interni Angelino Alfano, che al suo ingresso al meeting di Cl ha dichiarato: “Noi chiediamo molto chiaramente che il Pd rifletta astraendosi dalla storica inimicizia degli ultimi 20 anni e rifletta sull’opportunità di votare no alla decadenza di Silvio Berlusconi”.
1 commento:
Il grande statista ha cambiato strategia. Adesso è caimano.
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