sabato 13 luglio 2013

Sono orgoglioso di avere un presidente della Camera così capace seria e coraggiosa.


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Ius soli, la Boldrini rilancia
"Chi nasce qui è italiano"

La presidente della Camera in visita in Calabria. "Non possiamo chiedere ai cittadini di essere eroi ma in questa terra di eroi ne ho visti tanti".  "In tempi di globalizzazione non si può ignorare la realtà che tanti figli di immigrati sono cresciuti con i nostri figli"
di GIUSEPPE BALDESSARRO
LAMEZIA TERME - "Non possiamo chiedere ai cittadini di essere eroi, ma io in questa terra di eroi ne ho visti tanti". E' scossa Laura Boldrini. La due giorni della Presidente della Camera in Calabria le hanno lasciato dentro una sorta di magone. Il viaggio che da ieri mattina l'ha portata prima a Rosarno, poi a Riace e infine a Lamezia Terme, è stato particolarmente duro. Intenso e duro, lei stessa dice "forte ed emozionante". Ma anche utile per entrare di petto nel dibattito politico quando, davanti a 400 bimbi stranieri a cui ha dato la cittadinanza italiana, ha detto: "Chi nasce qui è italiano".

La Presidente ha incontrato amministratori, volontari, disoccupati, imprenditori, familiari di vittime di 'ndrangheta, testimoni di giustizia, "gente che lotta ogni giorno". Ha riempito decine di pagine di appunti, segnandosi ogni cosa, personalmente. Con l'intenzione di "fare tutto ciò che il ruolo istituzionale consente per sollecitare la Regione, il Parlamento e le istituzioni in generale".   

A Rosarno ha parlato a lungo con le sindache sotto scorta. Ha incontrato Maria Carmela Lanzetta, che nei giorni scorsi ha annunciato le dimissioni da primo cittadino di Monasterace. A Rosarno poi, con la sindaca Elisabetta Tripodi, ha riempito l'auditorium. Non si sono visti i parlamentari e non c'erano neppure quelli regionali, ma il salone era pieno di persone comuni, e anche se ufficialmente non lo dice nessuno, l'assenza dei rappresentanti politici di "prima fascia" non si è sentita, anzi.

Laura Boldrini si è molto soffermata sul ruolo degli amministratori di frontiera e soprattutto su quello delle donne, dicendo: "C'è anche una componente sessista, nelle minacce che subiscono. E questo nel senso che per un certo tipo di mentalità come quella mafiosa, intimidire una donna è più facile. A loro voglio dimostrare vicinanza sia come donna che come Presidente della Camera". Ha poi ricordato di essere in Calabria "Perché invitata dal sindaco, Elisabetta Tripodi, e dalla sua collega di Montasterace, Maria Carmela Lanzetta, che, quando mi hanno chiamata, non hanno posto l'accento sulle minacce e sugli attentati che hanno subito, ma mi hanno solo chiesto attenzione per il loro territorio". 

La Boldrini, pur non entrando nel merito della decisione della Lanzetta di dimettersi da sindaco ha sottolineato che "quanto accaduto, però, dimostra come sia complesso amministrare questa terra bellissima e difficile e quanto sia arduo mantenere la schiena dritta qui più che altrove e non essere lasciati soli". La solitudine di chi lavora in una terra come la Calabria è stato uno dei temi ricorrenti negli incontri della Presidente. Solitudine istituzionale e mediatica.

In questo senso ha fatto l'esempio di dell'intimidazione al sindaco di Nicotera, Francesco Pagano, contro l'abitazione del quale sono state sparate alcune raffiche di kalashnikov: "Mi ricorda le scene cui ho assistito in passato nelle zone di guerra, in Paesi cioè che non riconoscono lo Stato di diritto. La presenza della 'ndrangheta, ormai, è una vera e propria lesione ai diritti umani". Da qui per aggiungere: "Mi ha sempre colpito che in Calabria i quotidiani nazionali non hanno redazioni. Chi è esposto, invece, sono i cronisti locali, che mettono a repentaglio la loro vita per accendere i riflettori sulla regione. In questo senso è significativo il fatto che su quanto è accaduto al sindaco di Nicotera non ho trovato mezza riga sui giornali nazionali". Tante donne a Rosarno, che hanno voluto raccontare alla Boldrini il dramma della disoccupazione e della mancanza di servizi in una realtà complessa, difficile, violenta nelle sue espressioni quotidiane. 

La Presidente si è anche intrattenuta per quasi un'ora con i genitori di Fabiana Luzzi, la ragazzina di 16 anni, che a fine maggio è stata uccisa e bruciata dal fidanzatino a Corigliano Calabro. Il giorno dei funerali si erano sentiti telefonicamente, ma ieri ha voluto vederli di persona. Nel pomeriggio poi è stata ospite del "paese dei rifugiati". Ad accoglierla i bambini, figli di migranti, e le loro canzoni: "Bella ciao" e l'inno di Mameli. "A Riace è stato attuato un esperimento di accoglienza di grande valore e che ha una doppia valenza", ha detto.

"Mimmo Lucano - ha poi aggiunto - è un sindaco che ha una visione del mondo basata sull'inclusione. La doppia valenza del suo esperimento consiste nel fatto che, accogliendo, si dà protezione e sicurezza a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese. Nello stesso tempo, però, accogliere vuol dire ripopolare i borghi. In questo senso andava la legge sull'accoglienza, alla quale ho collaborato come portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, che il Consiglio regionale della Calabria approvò nel 2009 all'unanimità". Una legge di cui non si ha più traccia e della quale la Boldrini chiederà conto alla Regione Calabria.

Oggi a Lamezia Terme, ospite del sindaco Gianni Speranza, la Presidente ha partecipato al conferimento simbolico della cittadinanza a 400 bambini stranieri residenti in città. "In tempi di globalizzazione non si può ignorare la realtà e cioè che nel Paese ci sono persone che vengono da altri luoghi ma che fanno parte della nostra società. In Italia ci sono oltre quattro milioni di immigrati. Tanti sono nati qui e sono cresciuti con i nostri figli. Bisogna prendere atto del fatto, quindi, che sono italiani". Anche a Lamezia un bagno di folla prima di rientrare a Roma con qualche amarezza: "Vado via con un nodo in gola. Sono stati due giorni emozionanti e intesi. Ho visto tanta solitudine certo, e tanti problemi da risolvere, ma ho visto anche i germogli di una primavera possibile, che sento il dovere di incoraggiare e sostenere. Ai cittadini non possiamo chiedere di essere eroi. Ma in Calabria, di eroi di cui non parla nessuno, ne ho visti tanti".  

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