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mercoledì 10 luglio 2013
Il mio paese muore e noi dobbiamo pensare ai processi di Berlusconi. Non é possibile in nessuna nazione del mondo.
Silvio Berlusconi: l’uomo che da vent’anni blocca l’Italia
di Valentina Spotti - 10/07/2013 - Il paese affonda, ma il Parlamento si "ferma a riflettere" sulle beghe giudiziarie del Cavaliere
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Un paese in balia di un unico uomo: ecco cos’è l’Italia. Un uomo che ha il potere di convincere il Parlamento a votare contro il proprio interesse (ammesso che l’interesse del Parlamento sia quello di lavorare per il Paese) pur di perseguire i propri fini. Quello che è successo oggi a Montecitorio è solo l’ultimo di una serie di fatti che dimostrano quanto il Cavaliere abbia il potere di fare e disfare a suo piacimento, ai danni di sessanta milioni di persone che questa mattina si sono svegliati leggendo i titoli dei giornali che annunciavano che il rating dell’Italia è a un passo dal “livello spazzatura”.
FERMARSI A RIFLETTERE MENTRE IL PAESE AFFONDA - Ma per Silvio Berlusconi e i sui accoliti, che da vent’anni predicano a favore di una ripresa economica che solo un loro governo parrebbe in grado di offrire, oggi era più importante “fermarsi a riflettere” sulla decisione della Cassazione di arrivare a sentenza entro la fine del mese sul processo Mediaset. Una sentenza che pesa come un macigno sulle spalle del Cavaliere, che ha pensato bene di fare come fanno le mucche: sedersi sui binari della ferrovia per bloccare il passaggio del treno. Una sospensione di tre giorni dell’attività parlamentare che non solo il Pdl ha avuto il coraggio di proporre, ma che – e questa è la cosa grave – è stata addirittura votata. Così il debito pubblico, l’emergenza disoccupazione, il declassamento dell’Italia restano tragicamente sullo sfondo, mentre una nazione è costretta a preoccuparsi delle vicende giudiziarie di un uomo che è ancora al governo nonostante le condanne e gli scandali, scandali come quello di oggi.
LEGGI AD PERSONAM - In vent’anni, di “mucche sui binari” ce ne sono state tante. A partire dalle leggi ad personam, che hanno reso Berlusconi famoso in tutto il mondo: dalla depenalizzazione del falso in bilancio nel 2002 (per tirarsi fuori dai processi All Iberian-2 e Sme-Ariosto-2) alla riduzione dei termini di prescrizione dei processi, fino al Lodo Alfano che, ricordiamolo, prima di essere dichiarata incostituzionale nel 2009 prevedeva l’immunità per le cariche più alte dello stato. E, infine, il legittimo impedimento tornato clamorosamente alla ribalta qualche giorno fa dopo il respingimento del ricorso da parte della Consulta, sempre nell’ambito del Processo Mediaset. Un processo che parrebbe avviarsi verso una rapida conclusione e che spaventa il Cavaliere al punto di bloccare l’attività parlamentare.
LE MINACCE AL GOVERNO - Ma non ci sono solo le leggi ad personam. Perché la strategia del Cavaliere si basa espressamente nel tenere in bilico l’attuale governo come un impiccato si tiene precariamente in equilibrio sullo sgabello posto sotto ai suoi piedi: ad ogni nuova bega giudiziaria Berlusconi dà un colpetto allo sgabello, minacciando di rovesciarlo. Sono minacce vere e proprie, quelle di Berlusconi, anche se spesso arrivano travestite da rassicurazioni. A ogni sentenza o a ogni pronunciamento dei giudici, i Cavaliere si preoccupa di avvisare tutti che nonostante “il chiaro intento della magistratura” di volerlo “far fuori dalla vita politica” il fatto non avrà “nessun impatto negativo sul governo”. Come se, invece, fosse diventato naturale pensare il contrario, e cioè che le vicende giudiziarie di una singola persona possano realmente rappresentare un problema per un intero paese.
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