domenica 6 gennaio 2013

Prima ci aveva provato poi l'hanno beccato e ha fatto marcia indietro. Come gli altri, più degli altri.


Il grillino a capo dell'Ato ha rinunciato all'incarico

«NON sono più disponibile a ricoprire l'incarico di presidente dell'Ato idrico di Catania dopo le polemiche che ne sono scaturite». Mario Giarrusso, avvocato e candidato in Sicilia alle prossime elezioni politiche per il Movimento Cinque Stelle, rinuncia all'incarico che gli era stato conferito dal commissario della Provincia di Catania, Antonella Liotta. Il caso era stato sollevato da "Repubblica" pochi giorni fa: all'avvocato, militante del Movimento e capolista per il Senato, era stata affidata la delega di presiedere l'Ato della provincia etnea e la missione di liquidare l'ente, anche se a titolo gratuito, almeno in un primo momento. Giarrusso ha parlato di incarico professionale per nulla in contrasto con i principi del Movimento. E si dichiarava pronto ad accettare un compenso se gli fosse stato offerto quando la Regione avrebbe intrapreso la dismissione dei vari Ato idrici regionali.
La polemica è esplosa però dopo un tweet dell'ex direttore del Tg1, Gianni Riotta, che parlava di «lottizzazione». In seguito al tweet di Riotta, la decisione da parte dell'avvocato Giarrusso di querelare sia l'ex direttore che "Repubblica", come annunciato in un video e in un post sul blog di Beppe Grillo.
Il dibattito si è accesso sul web, fino all'epilogo di ieri sera: «Ho deciso dopo le polemiche che ne sono scaturite di dare la mia indisponibilità alla dottoressa Liotta, a ricoprire l'incarico- dichiara Giarrusso - nonostante non si trattasse di incarico politico o di sottogoverno. Lo ripeto, l'Ato non è un organo di sottogoverno e io avevo il compito di liquidarlo; compito che adesso per colpa di Repubblica e di Riotta non potrò più ricoprire facendo così un favore ai privati. Mi potrò così difendere e per fare questo non accetterò, a malincuore, quella missione che mi era stata affidata».
CARMELO CARUSO

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