Cinquestelle, rivolta
contro CasaPound
La capolista al Senato del M5S Michela Montevecchi: "Grillo parla a titolo personale, sono fascisti"
di CATERINA GIUSBERTIVIDEO Grillo a CasaPound: "Se volete, benvenuti nel M5S"
#NotInMyName è lo slogan della consigliera di quartiere Federica Cuppini, mentre da Carpi il capogruppo Lorenzo Paluan, sostenuto da Rifondazione Comunista, arriva a dimettersi dai cinque stelle, per protesta. Dal San Donato la Cuppini sbotta: "Io con CasaPound non ci sto. Stavolta proprio non ci siamo: i temi e le battaglie sono importanti, ma altrettanto importanti sono i valori, le motivazioni e soprattutto i metodi".
La quasi onorevole Montevecchi non è affatto d’accordo con il pensiero del “capo politico” dei cinque stelle, che venerdì aveva detto: «Anche se uno è di CasaPound ma ha i requisiti da noi previsti io lo candido. Io lo candido». Costituzione alla mano, lei ribatte: "Con l’articolo XII delle disposizioni transitorie e finali è vietata la riorganizzazione del disciolto partito fascista. Cosa ci faceva CasaPound davanti al Viminale per depositare il simbolo?".
Stanco delle roboanti dichiarazioni di Grillo anche Nunzio Diana, consigliere M5S a Castenaso: "Ma se Grillo iniziasse a stare un po’ zitto?". Nei quartieri è una vera e propria insurrezione. Da Francesco Moretti, consigliere del Navile ("Se è vero che il M5S non è fascista e il tempo delle ideologie è finito non vedo perché accogliere senza distinguo chi si definisce apertamente fascista del terzo millennio") alcollega Michele Onofri ("Nel movimento ognuno parla a titolo personale, Grillo compreso"), a Marco Gherardi, del Porto ("Credo di essere sempre stato una persona di ampie vedute, ma voglio che certe ideologie fasciste e xenofobe mi stiano lontane").
L’associazione “Cambiare si può”, che ha spedito una lettera aperta a Ingroia per protestare sulla candidatura “paracadutata” di Favia, lunedì si riunirà in assemblea ed è pronta a dare battaglia.
(13 gennaio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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