Nuove epurazioni tra i Cinque Stelle
Salsi: non ci fermerà un “patacchino”
Invita auna lettera di diffida alla lista del Movimento di Forlì, capeggiata da Raffaella Pirini. La consigliera: “Mi caccia perché avevo contestato le sue dichiarazioni sul Punto G”
Vengono eliminati uno a uno, come in un reality show. Prima vengono nominati, poi «diffidati dall’usare il marchio del movimento» e di fatto cacciati. Dietro non c’è il televoto, ma le decisioni del «Grande Vecchio» (così si è auto-definito), in questo caso però nelle vesti del «Grande Fratello». Dopo il piemontese Biolè e gli emiliani Salsi e Favia, questa volta nel mirino di Beppe Grillo c’è tutto il gruppo di Forlì. Il motivo? A detta di Raffaella Pirini, consigliere comunale della lista «DestinAzione Forlì», la colpa è della solidarietà da lei espressa a Federica Salsi dopo l’«editto del Punto G». Secondo i legali del comico, che hanno comunicato la decisione di diffidare i forlivesi dall’uso del logo, si tratta di una questione puramente formale: «Dato che siamo stati certificati prima della nascita del movimento - ha spiegato ieri la Pirini in una conferenza stampa - non avremmo più diritto a usarne il logo. Eppure siamo una lista civica certificata. E questo Beppe lo sa bene».
Lo scambio epistolare risale a più di un mese fa, ma soltanto oggi è stato deciso di sollevare il velo di mistero che avvolgeva la lista di Forlì. «Ci siamo imposti, non senza mio imbarazzo personale - ha spiegato Raffaella Pirini - circa un mese di silenzio stampa per cercare di chiarire la situazione, ma visti i nostri inutili tentativi di metterci in contatto con Grillo o il suo legale, che si sono ripetutamente negati, non ci resta che rendere pubblico l’accaduto».
Gli attivisti di Forlì sono convinti che la vera motivazione sia una sola: «L’atto di Grillo è stato determinato da un’intenzione censoria e punitiva». Raffaella Pirini, però, è decisa a dare battaglia: «La base è con noi e noi continuiamo a lavorare sul territorio duramente, come sempre. Ora attendiamo che Grillo trovi le parole per risponderci, anche perché senza di noi attivisti e consiglieri, anche se siamo degli “zeri”, Beppe Grillo non sarebbe altro che un blog». E per Federica Salsi, diventata ormai leader dei dissidenti, «non sarà certo un patacchino a impedirci di fare buona politica». E chi sarebbe il patacchino?
In romagnolo, «patacchino» vuol dire sfigato, sprovveduto: traduzione che avrebbe un significato ben preciso... Ma in Emilia, invece, terra di Federica Salsi, «patacchino» vuol dire etichetta adesiva e quindi potrebbe riferirsi al simbolo del Movimento Cinque Stelle, quello che gli epurati non possono più usare. Tutto chiaro, quindi? Certo, anche se va detta una cosa: Forlì - al centro delle nuove epurazioni - è in Romagna...
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