sabato 10 giugno 2017

Era stata scelta con un bando pubblico prima delle elezioni. Ma ora c'è la politica da soddisfare, la meritocrazia non serve più. Intanto Paolo Giordana finisce sulla graticola per Westinghouse
MARIO NERI
Stefania Giannuzzi è stata vista uscire in lacrime ieri dall’ufficio di Chiara Appendino al Comune di Torino. Perché, scrive oggi  La Stampa, a quanto pare la sindaca ha comunicato all’assessora scelta alla vigilia delle elezioni con “bando” di volerla sostituire con un “politico”, ovvero con un consigliere comunale. L’assessora gestisce ambiente e rifiuti e, a differenza di quanto riporta il quotidiano, sembra proprio difficile immaginare un legame di responsabilità tra le deleghe della Giannuzzi e quanto accaduto a Piazza San Carlo.

Stefania Giannuzzi: l’assessora di Appendino verso l’addio

Anche se le bottiglie di vetro in piazza San Carlo sono in effetti rifiuti, il punto non è che siano finite in strada ma come siano arrivate in piazza. La Stampa in ogni caso spiega che la mossa serve a tutelare Paolo Giordana, capo di gabinetto della Appendino piuttosto chiacchierato:
«Per tutto il giorno i funzionari hanno chiesto all’Amiat di ripulire le aree perimetrali dalle bottiglie, ma i mezzi non si sono visti», aveva spiegato Eugenio Bravo, segretario provinciale del Siulp, uno dei sindacati di polizia.
In questi mesi i consiglieri grillini hanno sempre supportato il lavoro degli assessori tecnici scelti da Appendino prima di essere eletta ma adesso hanno deciso di contare di più. Non tanto e non solo per rivendicare il ruolo di chi ci ha messo la faccia in campagna elettorale ma anche per bilanciare con la capacità politica – si parla del capogruppo Alberto Unia o del presidente della Commissione Ambiente, Federico Mensio – quello che molti ritengono un inevitabile ridimensionamento del ruolo del capo di gabinetto.
Paolo Giordana, comunque, resterebbe al fianco della Appendino. Si vedrà. Quel che è certo è che i consiglieri grillini non si sono messi di traverso nell’approvare la costituzione di una commissione d’indagine così come richiesto da una mozione di tutte le minoranze che ha come obbiettivo dichiarato vedi la presa di posizione del capogruppo Pd, Stefano Lo Russo – proprio Giordana.
piazza san carlo

Paolo Giordana e la Westinghouse

Intanto proprio Giordana finisce sulla graticola per il caso Westinghouse. Il pm Marco Gianoglio ha aperto un fascicolo senza indagati dopo l’esposto del collegio dei revisori di Palazzo Civico (Herri Fenoglio e Maria Maddalena De Finis) che hanno ricevuto dalle mani dell’opposizione la corrispondenza rimasta nascosta nei giorni della compilazione del bilancio sul debito da 5 milioni scomparso dal bilancio della Città, a quanto pare su richiesta del capo di gabinetto:
Serrati scambi di messaggi che hanno definito, all’insaputa dei revisori, la partita dei debiti verso la società Ream. «Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse – scriveva il capo di gabinetto, Paolo Giordana, alla dirigente del settore Finanza, Paola Tornoni, il 22 novembre 2016 – Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto». Il messaggio dalla posta di Giordana è inviato per conoscenza all’assessore Sergio Rolando e all’indirizzo email personale di Chiara Appendino.
Il giorno dopo, alle 11.03, il direttore risponde: «Non essendo a conoscenza del fatto che l’amministrazione ha aperto tavoli di confronto con Ream, avevo ritenuto opportuno ricordare a tutti quali fossero gli impegni assunti dall’amministrazione precedente, al fine di non generare elementi di criticità per questa giunta». Il botta e risposta resta per diversi giorni tra Giordana e Tornoni, la quale, nonostante le sollecitazioni del capo di gabinetto, non rinuncia a ribadire quel che secondo lei è giusto fare: indicare nel bilancio di previsione i 5 milioni di debito verso Ream.
paolo giordana chiara appendino
Sarà un’estate calda per la Giunta.

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