Avvertite il professor Pace che il Parlamento è perfettamente legittimo
Lo ha sancito chiaramente la Corte Costituzionale, di cui egli fu presidente
E’ davvero sorprendente che un giurista raffinato come Alessandro Pace, presidente del Comitato per il No al referendum costituzionale, si sforzi si avvalorare con la sua dottrina una tesi non soltanto giuridicamente sbagliata, ma anche eversiva sul piano politico e istituzionale.
Secondo Pace, prima ancora del merito della riforma, ne va contestata in radice la legittimità costituzionale, perché approvata da un “Parlamento illegittimo”.
Non è vero, e sostenere il falso in modo così plateale e autorevole significa soltanto rovesciare barili di benzina sul fuoco della demagogia, del qualunquismo, dell’antipolitica, dell’eversione.
Secondo Pace, all’indomani della sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionali alcune parti qualificanti del cosiddetto Porcellum “in forza degli ovvii fondamentali principi delle democrazia parlamentari, avrebbe dovuto disporsi l’immediato scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica e la convocazione dei comizi elettorali per un nuovo Parlamento”. Nulla di più falso, nulla di più fuorviante.
Il Parlamento eletto nel 2013 è infatti perfettamente legittimo, come spiega senza ombra di dubbio alcuni la stessa Corte costituzionale a conclusione della sentenza n. 1/2014: “È evidente, infine, che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte qua la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale, consultazione che si dovrà effettuare o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere.”
“Essa, pertanto – prosegue la sentenza –, non tocca in alcun modo gli atti posti in essere in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto. […] Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali. [La Consulta] rileva nella specie il principio fondamentale della continuità dello Stato, che non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento. È pertanto fuori di ogni ragionevole dubbio – è appena il caso di ribadirlo – che nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali: le Camere sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare.”
“E’ pertanto fuori di ogni ragionevole dubbio”: più chiaramente di così sarebbe stato difficile esprimersi.
Del resto, se Pace avesse ragione, sarebbe illegittimo anche il Presidente della Repubblica, perché eletto da un Parlamento illegittimo, nonché il suo predecessore (ricordiamo che il Porcellum è in vigore dal 2008), nonché i due terzi della stessa Corte costituzionale, che sono stati indicati o da un Parlamento illegittimo o da un Capo dello Stato eletto da un Parlamento illegittimo.
E’ davvero un peccato che, per condurre una campagna politica di parte, si scelga di minare intenzionalmente i capisaldi dello stato di diritto e i pilastri del nostro ordinamento istituzionale. E il peccato diventa scandalo se a farlo è un professore emerito di Diritto costituzionale.
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