Referendum, la manifestazione del Pd in piazza per il ''Sì''
Folla in Piazza del Popolo. C'è anche Cuperlo. Renzi contrattacca: «Il vero partito della Nazione è quello del No di Brunetta, Travaglio, Berlusconi e D'Alema».
29 Ottobre 2016
(© Ansa) Maria Elena Boschi con Gianni Cuperlo.
In Piazza del Popolo sulle note di Bella Ciao.
Il Partito democratico ha riunito la sua gente a Roma per l'iniziativa a sostegno del ''Sì'' al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.
La folla ha intonato in coro il canto partigiano, proposto dal palco da un gruppo femminile che ha riproposto le canzoni della tradizione della lotta operaia.
E chissà cosa avranno pensanto quelli dell'Anpi, schierati per il ''No''.
Tra i presenti c'era anche Gianni Cuperlo, che all'arrivo ha spiegato così che la sua partecipazione: «Sin dall'inizio ho cercato entrando nel comitato per l'Italicum una sintesi perché in gioco c'è la qualità della democrazia e istituzioni più forti. La sintesi ancora non c'è e se non ci sarà alla fine del percorso, io resterò coerente con quanto annunciato», e quindi per il ''No''.
Mentre Roberto Speranza, altro membro della minoranza dem, ha spiegato di non aver partecipato «perché ho un'opinione diversa sul referendum. Inutile che si faccia finta di non vedere che una parte significativa degli elettori del centrosinistra e del Pd oggi non era in piazza perché pensa di votare No al referendum. Anche quella parte va rispettata o il rischio è che non si sentirà più a casa nel Pd».
«IL DESTINO DEL PD NON È LITIGARE». Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi dal palco ha detto che «in questi mesi abbiamo avuto discussioni, qualche litigio di troppo, come sono belle le riunioni in streaming, ma quanto è bello tornare ad abbracciarsi in piazza. Il nostro destino non è litigare nostro interno ma cambiare l'Italia. E farlo adesso!».
Poi ha attaccato Massimo D'Alema e la vecchia guardia: «D'Alema ha detto parole sugli anziani che vorrei fossero parole scappate per sbaglio. Il punto è un altro, come mi ha detto qualche sindacalista dei pensionati che è qui: 'noi votiamo Sì, perché li abbiamo visti all'opera».
E ancora: «Perché si dice di No? Perché non l'ho pensata io, sostiene la vecchia guardia che dice 'se la scrivevamo noi sarebbe stata meglio'. Può darsi, il punto è che non l'hanno scritta, l'hanno discussa, contestata,chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi».
«IL ''NO'' È IL PARTITO DELLA NAZIONE». Quindi la stoccata per il fronte che si oppone alla riforma costituzionale: «Il vero partito della Nazione è quello del ''No'', che va da Brunetta a Travaglio, da Gasparri a Tremonti, da Berlusconi a D'Alema. Può dire solo di no, questo è il partito che vuole bloccare l'Italia».
In tema di Europa e politica estera, una frecciata anche al primo ministro ungherese Orban, che aveva attaccato l'Italia sull'immigrazione: «Quando dice che il problema siamo noi ricordo a Orban che l'Italia è tra i Paesi non solo contributori, ma che si è messa in gioco per garantire la libertà. Prima di parlare dell'Italia si sciacqui bocca», ha detto Renzi.
Il Partito democratico ha riunito la sua gente a Roma per l'iniziativa a sostegno del ''Sì'' al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.
La folla ha intonato in coro il canto partigiano, proposto dal palco da un gruppo femminile che ha riproposto le canzoni della tradizione della lotta operaia.
E chissà cosa avranno pensanto quelli dell'Anpi, schierati per il ''No''.
Tra i presenti c'era anche Gianni Cuperlo, che all'arrivo ha spiegato così che la sua partecipazione: «Sin dall'inizio ho cercato entrando nel comitato per l'Italicum una sintesi perché in gioco c'è la qualità della democrazia e istituzioni più forti. La sintesi ancora non c'è e se non ci sarà alla fine del percorso, io resterò coerente con quanto annunciato», e quindi per il ''No''.
Mentre Roberto Speranza, altro membro della minoranza dem, ha spiegato di non aver partecipato «perché ho un'opinione diversa sul referendum. Inutile che si faccia finta di non vedere che una parte significativa degli elettori del centrosinistra e del Pd oggi non era in piazza perché pensa di votare No al referendum. Anche quella parte va rispettata o il rischio è che non si sentirà più a casa nel Pd».
«IL DESTINO DEL PD NON È LITIGARE». Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi dal palco ha detto che «in questi mesi abbiamo avuto discussioni, qualche litigio di troppo, come sono belle le riunioni in streaming, ma quanto è bello tornare ad abbracciarsi in piazza. Il nostro destino non è litigare nostro interno ma cambiare l'Italia. E farlo adesso!».
Poi ha attaccato Massimo D'Alema e la vecchia guardia: «D'Alema ha detto parole sugli anziani che vorrei fossero parole scappate per sbaglio. Il punto è un altro, come mi ha detto qualche sindacalista dei pensionati che è qui: 'noi votiamo Sì, perché li abbiamo visti all'opera».
E ancora: «Perché si dice di No? Perché non l'ho pensata io, sostiene la vecchia guardia che dice 'se la scrivevamo noi sarebbe stata meglio'. Può darsi, il punto è che non l'hanno scritta, l'hanno discussa, contestata,chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi».
«IL ''NO'' È IL PARTITO DELLA NAZIONE». Quindi la stoccata per il fronte che si oppone alla riforma costituzionale: «Il vero partito della Nazione è quello del ''No'', che va da Brunetta a Travaglio, da Gasparri a Tremonti, da Berlusconi a D'Alema. Può dire solo di no, questo è il partito che vuole bloccare l'Italia».
In tema di Europa e politica estera, una frecciata anche al primo ministro ungherese Orban, che aveva attaccato l'Italia sull'immigrazione: «Quando dice che il problema siamo noi ricordo a Orban che l'Italia è tra i Paesi non solo contributori, ma che si è messa in gioco per garantire la libertà. Prima di parlare dell'Italia si sciacqui bocca», ha detto Renzi.
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