sabato 7 maggio 2016

I costituzionalisti del Fatto vorrebbero il ritorno ai podestà

Il Fattone
podestà
La campagna per il No si alimenta del cortocircuito giustizialista
 
Forse perché i costituzionalisti del Fatto non hanno idea di che cosa sia la riforma della Costituzione, o forse perché lo sanno benissimo e dunque preferiscono parlare d’altro, da un paio di giorni la propaganda dei travagliati ha imboccato una nuova strada: “Se vince il Sì – leggiamo sul numero di oggi – sindaci, consiglieri regionali e governatori arrestati, imputati o indagati sono pronti per Palazzo Madama dopo il referendum”.
Segue, con tanto di foto segnaletiche, un elenco di amministratori locali.
“In galera un altro futuro senatore” era invece il titolo di apertura di ieri sull’arresto del sindaco di Lodi.
Definire bizzarro questo modo di ragionare farebbe un torto alla ragione: qui ci aggiriamo nei pressi del delirio, dell’imbroglio da fiera di paese, della circonvenzione d’incapace.
Qualcuno sano di mente pensa davvero che Matteo Renzi e Maria Elena Boschi abbiano lavorato due anni, in assoluta coerenza con la proposta avanzata dall’Ulivo di Romano Prodi nel lontano 1996, soltanto per garantire l’immunità – che tra l’altro, sebbene al Fatto lo ignorino, non significa affatto impunità – a Carlo Guccione, candidato sindaco di Cosenza coinvolto nella “rimborsopoli” calabrese, o magari – peschiamo a caso dalla lista di proscrizione – a Bruno Valentini, sindaco di Siena “indagato per concorso in falso”?
No, nessuno crede ad una simile sciocchezza: tantomeno Travaglio, che per mestiere dice sempre ciò che non pensa.
La verità è un’altra: per vincere il referendum, il partito del No spera di innescare quel cortocircuito giustizialista che in altre stagioni, fortunatamente passate, ha rischiato di travolgere la democrazia repubblicana.
Per vincere il referendum, il partito del No s’aggrappa alle inchieste per far credere che la politica sia soltanto delinquenza organizzata, e che dunque ogni progetto di riforma non sia altro che uno sforzo dei delinquenti per delinquere meglio.
Per vincere il referendum, il partito del No propone nei fatti l’abolizione della democrazia rappresentativa: se infatti tutti gli amministratori locali sono delinquenti, oltre al futuro Senato andrebbero abolite anche tutte le amministrazioni locali. Torniamo ai podestà, dunque: purché li nomini Davigo.

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