M5S, Di Maio: "Renzi e Alfano verranno in Campania? Sapremo come accoglierli. Via a calci"
Frase shock del vice presidente della Camera che attacca il premier e il ministro dell'Interno. Picierno (Pd): "Allibita". La replica di Di Maio: "Affermazioni forti che nascono dall'indignazione di loro atti miserabili"
ROMA - Luigi Di Maio, inappuntabile vicepresidente della Camera, vuole cacciare a calci dalla Campania Matteo Renzi e Angelino Alfano. Dice proprio che "a maggio ci sono le regionali: ditegli di non venire a fare campagna elettorale da queste parti. Gli sapremo dare l'accoglienza che meritano. Via a calci".
Il giovane e compito dirigente del Movimento Cinque stelle, uno dei cinque chiamati a dirigere il movimento da Grillo e Casaleggio, se la prende anche "con i voltagabbana di 'Sciolta Civica', i parlamentari che hanno cambiato casacca, giurando fedeltà al signorotto di Palazzo Chigi". Di Maio, il volto dialogante del Movimento, non risparmia neanche i candidati del Pd alle regionali, quelli che "fingono di appoggiare le nostre iniziative, ma alla prova dei fatti si trasformano nei più brutali aguzzini del popolo italiano".
Tutto avviene naturalmente negli ultimi due giorni su Facebook e le dichiarazioni e le reazioni richiamano alla mente la figura di Roberto Calderoli, anche lui efficiente e lodato vicepresidente del Senato, ma da sempre protagonista di dichiarazioni considerate poco consone al ruolo istituzionale.
Di Maio naturalmente motiva le sue accuse. Il governo, dice il grillino "nel decreto Milleproroghe ha tagliato 9,7 milioni di euro per la sorveglianza della Terra dei Fuochi, trasferendoli all'Expo di Milano. Quei soldi dovevano servire anche per l'utilizzo di nuovi droni di sorveglianza contro i roghi tossici", Dunque Renzie e Alfano non si presentassero in Campania. Altrimenti calci.
I montiani, continua Di Maio, servono al "governo Renzi che continua ad imbarcare voltagabbana per assicurarsi potere e poltrone fino al 2018. Gente che ha tradito il mandato dei suoi elettori e dovrebbe dimettersi e tornare a casa".
E qui il membro del direttorio grillino riprende un post di Beppe Grillo che si scaglia contro il divieto di mandato previsto nell'articolo 67 della Costituzione. Il leader grillino ha fatto un po' di conti e ha scoperto che 173 parlamentari in due anni hanno cambiato casacca. Allora dice, Grillo "il parlamentare è dipendente di chi lo vota e non può fare quello che vuole. Per garantire il cittadino elettore si deve inserire il vincolo di mandato in Costituzione".
Idea venuta anche a Matteo Salvini che vuole presentare un disegno di legge costituzionale "per non consentire il cambio di casacca in corso d'opera".
Ma guarda un po' fanno invece notare quelli di Alternativa libera, uno dei gruppi dei fuorisciti dal M55. "Ad agosto 2010 - come scritto sul suo blog - il Movimento difendeva Gianfranco Fini dopo il suo abbandono a Berlusconi, dicendo che l'articolo 67 della Costituzione era 'molto chiaro'. Scelta opportunistica, - chiedono i dissidenti - per evitare altre emorragie?".
Le parole di Di Maio fanno però arrabbiare e molto i democratici. "Sono sempre più allibita dai toni violenti del M5S e sono letteralmente basita per le parole utilizzate oggi da Di Maio, che per inciso, è uno degli attuali vicepresidenti della Camera, nei confronti del presidente del Consiglio", dice l'europarlamentare campana Pina Picierno.
"Il linguaggio violento e volgare con il quale l'onorevole Luigi Di Maio si rivolge al presidente del Consiglio e a un ministro della Repubblica è inaccettabile" aggiunge Emanuele Fiano. "Promettere di mandare via le persone prendendole a calci non è il modo giusto per esprimere le proprie idee".
Di Maio però non arretra di un millimetro e sempre fu Facebook replica a muso duro: "La notizia shock sarebbero le mie dichiarazioni? Mi facciano il piacere! Le mie sono affermazioni forti che nascono dall'indignazione di loro atti miserabili". E a questo punto rientra in ballo Calderoli: "I partiti dicono che non potrei usare questo linguaggio, perché ho una carica istituzionale? - chiede Di Maio - Ma chi? Quelli che hanno salvato Calderoli dall'aver definito la Kyenge "Orango"?".
Cancellato il Rabdomante Tour di Grillo. C'è un'altra novità in casa Cinque Stelle. E' stato completamente cancellato il Rabdomante Tour, lo show che Beppe Grillo aveva intenzione di 'esportare' in Europa e Stati Uniti. E' infatti annullata anche la rappresentazione prevista per il 30 marzo a Bruxelles, l'ultima ed unica data che fino a due giorni fa era rimasta in calendario delle 8 inizialmente previste dal comico genovese. Soppresse le rappresentazioni al Town Hall di New York, Londra, Locarno, Zurigo, Colonia, Stoccarda, Monaco ed ora anche Bruxelles.
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