domenica 15 marzo 2015

Ci sono due sole persone in Italia che tolgono diritti ai meno protetti. Salvino e Landini. Uguali come una goccia d'acqua. Entrambi devono difendere i privilegi dei già garantiti.

Maurizio Landini: “Non voglio fare un partito, ma difendere i lavoratori”

ROMA – “Il sindacato non dev’essere un partito, io non voglio né fare un partito né uscire dal sindacato” dice, intervistato da Lucia Annunziata, il segretario della Fiom, Maurizio Landini.

Per il segretario della Fiom, “quelli che sono in malafede tentano di descrivere l’iniziativa nella logica politica, nei perimetri che vogliono loro, quelli che sono in buona fede non hanno capito”. E il polverone sollevato dall’assemblea di sabato? “Le reazioni della politica mi fanno sorridere, non stanno capendo nulla di quello che sta accadendo – afferma Landini – Se uno deve stare in Parlamento solo per dire di sì, io faccio altro”. Il segretario Fiom non si fa scappare l’occasione per rilanciare la manifestazione del 28 marzo contro il Jobs Act che, ribadisce, “sarà aperta a tutti quelli che condividono gli obiettivi della coalizione sociale”.

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