Come il M5S sta tentando di nascondere cosa è successo a Chiara Appendino
Il portavoce del MoVimento 5 Stelle Danilo Toninelli, a proposito dell’avviso di garanzia alla sindaca di Torino Chiara Appendino, ha rilasciato una dichiarazione alle agenzie di stampa vagamente inquietante: “Lo schema di gioco è sotto gli occhi di tutti: il Pd presenta esposti e i media partono con i titoloni. E’ raccapricciante osservare come i giornalisti invece di fare i cani da guardia del potere, facciano i cagnolini scodinzolanti del Pd”. E ancora: “Quando Chiara Appendino ha denunciato Fassino per i debiti lasciati – aggiunge – i giornali erano distratti da altro. Oggi tutti con i titoloni a nove colonne, solo per una denuncia del Pd che, a sua volta, esce con dichiarazioni fiume. Il gioco è sotto gli occhi di tutti”.
La stessa cosa sta facendo il suo collega Alfonso Bonafede: “Il Pd crede di aver trovato la clava con la quale colpire il MoVimento: presentare esposti per cui la magistratura deve aprire dei fascicoli per poi attaccare dicendo che siamo indagati. Questa volta è toccato a Chiara Appendino. Ed è un paradosso: mentre la Giunta torinese prova a uscire dalla palude finanziaria nella quale l’hanno costretta le amministrazioni di Fassino e Chiamparino, a essere indagata ora è la stessa Appendino. Meno male che sappiamo di poter contare su una magistratura indipendente, che non si fa influenzare dai politicanti di ieri”.
Entrambi i deputati del MoVimento 5 Stelle stanno mistificando l’accaduto per difendere Chiara Appendino insultando gli avversari politici e i giornalisti. Ad inviare l’avviso di garanzia a Chiara Appendino non è stata infatti l’opposizione e non sono stati nemmeno i giornalisti, ma un pubblico ministero, cioè un giudice che non si deve far influenzare, come dice Toninelli, nemmeno dal rapporto complicato con la verità che hanno i deputati del MoVimento 5 Stelle. In più, è una vera sciocchezza accusare i giornalisti di aver creato un polverone intorno al caso visto che, a differenza dei molti che hanno coinvolto Virginia Raggi, della vicenda Westinghouse si sono occupati soltanto le cronache locali dei giornali di Torino. Il suo collega Alfonso Bonafede poi rasenta e supera la comicità involontaria quando parla di una “palude finanziaria” non sapendo, evidentemente, che la scomparsa dei 5 milioni dal bilancio della città è stata decisa dalla sindaca e dall’assessore Rolando. Il M5S, invece di discutere e spiegare nel merito la questione in base alla quale la sindaca è ad oggi soltanto indagata – e quindi non condannata e nemmeno in discussione, anche se c’era un tempo in cui il loro candidato premier Di Maio pretendeva dimissioni ad ogni avviso di garanzia (degli altri) – preferisce buttare in caciara ogni questione aizzando i suoi fans contro gli avversari politici. Chissà cosa succederebbe se un giudice si azzardasse a condannarne uno.
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