Un consiglio a Travaglio: leggi di più il Fatto
Sulla partecipazione di Renzi alla presentazione del libro di Vespa, il direttore finisce fuori linea. Rispetto al suo stesso giornale
Il Fatto si appresta a festeggiare i primi due anni dell’“Era Renzista” – l’8 dicembre del 2013 l’allora sindaco di Firenze vinse le primarie per la segreteria del Pd – promettendo per i prossimi giorni un “bilancio completo”. Nell’attesa, Marco Travaglio dedica il suo editoriale odierno a “quattro notizie fresche e sparse che riassumono meglio di qualunque analisi i pro e i contro del renzismo”. Le prime tre riguardano la guerra all’Isis (promosso: “Renzi ha iniziato a dire e soprattutto a fare cose sensate”), l’occupazione e la ripresa economica (bocciato), l’evasione fiscale (bocciato).
La quarta notizia è la partecipazione alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa. Anche in questo caso il premier è bocciato: “Il fatto che Renzi non abbia la forza di dirgli di no la dice lunga sulla truffa della rottamazione”, sentenzia Travaglio. Per capire meglio che cosa sia successo di tanto grave, abbiamo ripreso in mano il Fatto di ieri. A pagina 2 il titolo recita: “Omaggio a Vespa (ma neanche troppo)”, e l’occhiello insiste: “Sottotono”.
Leggiamo: “Renzi cerca la battuta che possa giustificare l’evento e allo stesso tempo sminuirlo. […] Non c’è la claque renziana. Neanche un fedelissimo. ‘Noi da Vespa? No’, sono perentori i suoi. Ordine di scuderia. Il premier non ha potuto o voluto sottrarsi, ma non senza imbarazzo. […] Il tutto è durato meno di un’ora. […] Vespa chiede: ‘Sicuro che i diciottenni [con il bonus dei 500 euro] non vadano a comprarsi il flipper?’. Matteo affonda: ‘Vespa, mi casca sul flipper. La sfido a trovare un diciottenne che ancora gioca a flipper’. L’antichità dell’altro, che non si diverte troppo, è sancita. Le presentazioni ci sono ancora. Ma non sono più quelle di una volta”.
Lo avevamo già notato in passato, e lo ripetiamo oggi: Travaglio dovrebbe leggere di più il Fatto. Magari non tutti i giorni come facciamo noi, però ogni tanto sì.
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