Renzi e il M5S che «tarocca il software»
A differenza del Movimento 5 Stelle, dove “per scegliere i loro leader hanno bisogno di taroccare il software, noi abbiamo bisogno della base popolare che ti scelga. Nonostante avessi perso il referendum e volessi mettermi da parte e non fare più politica, io sono qui a guidare il Pd perchè la base del partito ha voluto che restassi vincendo le primarie”. Lo ha detto il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, nel corso della presentazione del suo libro, “Avanti”, stamani all’hotel Poggio del sole di Ragusa.
Il riferimento al software “taroccato” riguarda le incursioni in Rousseau dello scorso agosto e non mancherà di suscitare una reazione dalle parti della Casaleggio, che si è già difesa parlando di “sicari informatici” a proposito delle intrusioni. “Io se fossi siciliano voterei Micari non perché me lo dice il partito, ma perché ne valute le competenze e il progetto”, ha poi detto il leader del Pd stamane a Ragusa, nella seconda giornata siciliana. Ieri ha ‘lanciato’ la candidatura di Fabrizio Micari a Taormina. Oggi è con lui anche a Sciacca e Marsala. Dall’altro lato, ha aggiunto, “vedo in campo uno della destra radicale ricandidato per la quarta volta, della serie riprova sarei piu’ fortunato, appoggiato di Salvini… la Sicilia nelle mani dell’uomo di Salvini… Poi il candidato del M5S secondo cui la Sicilia è un trampolino di lancio per l’Italia… e io che pensavo che la Sicilia fosse da governare non da utilizzare, da sfruttare… Quindi c’è la sinistra radicale, che dicono ‘sappiamo che non vinceremo’. Infine ecco il rettore dell’universita’ candidato di una coalizione civica che ha competenza e coraggio”. Insomma, per Renzi, “il problema non e’ quello che dice il segretario del Pd: la Sicilia non e’ una cavia per esperimenti nazionali, ma ha bisogno di ripartire per se stessa e ne ha bisogno l’Italia”.
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