domenica 24 aprile 2016

Te lo dico con affetto Piercamillo: "Continenza, amico mio, continenza"

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DAV
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Conosco e stimo Piercamillo Davigo da oltre trent'anni. Ne ho apprezzato in più occasioni le sue notevoli qualità di uomo e di magistrato. Tra le tante, il senso del dovere e l'intelligente e lapidaria capacità dialettica.
Ne avevo anche apprezzato la coraggiosa rottura, dopo anni di militanza, con la corrente di Magistratura Indipendente, notoriamente guidata dal Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (sic!) e la creazione di una nuova non a caso battezzata Autonomia e Indipendenza.
Mi era apparsa meno chiara la scelta successiva: quella di accettare l'elezione per acclamazione, e quindi anche con i voti della sua ex corrente, alla Presidenza dell' ANM. Per un solo anno, però, per poi lasciare il posto ai rappresentanti delle altre correnti, uno per ciascuna nei rimanenti tre anni. Se fosse avvenuto in politica, sarebbe stato evocato l'immortale manuale Cencelli.
L'esordio nella nuova, delicata funzione, si è materializzato in un'intervista ad Aldo Cazzullo tutta incentrata su un indiscriminato attacco al ceto politico. Non che le cose che ha detto, specie dopo il ridimensionamento serale, non siano condivisibili dalla maggioranza dei cittadini. Solo che Piercamillo, sia pure solo per un anno, non lo è, perché chiamato a rappresentare l' intera magistratura italiana.
Non entro nel merito, ma dopo aver letto il Davigo pensiero, ho pensato al principio di leale collaborazione tra le istituzioni voluto dai nostri Costituenti emi sono subito chiesto due cose.
La prima: cui prodest. A chi giova, insomma, la perpetuazione dello scontro che da troppi anni contrappone la magistratura al mondo politico? Non credo proprio ai giudici. Della serie se la poteva risparmiare. 
La seconda si riferisce alla recente vicenda che ha riguardato l'incauta, giovane pubblico ministero di Imperia che non ha resistito a esternare sui social la sua, comprensibile, ammirazione per Gabriel Garko, dopo averlo esaminato, quale persona informata sui fatti e, perciò, nell'esercizio delle sue funzioni giudiziarie.
Apriti cielo. Il Capo dell'Ufficio le ha subito tolto il fascicolo affidandolo ad altro magistrato. La sezione disciplinare del CSM ha, a sua volta, ritenuto di intervenire aprendo un procedimento per stabilire se ricorre, nella specie, un'ipotesi di violazione dell'obbligo di " continenza" e, cioè, di uno dei doveri del magistrato, o se, invece, di altro non si sia trattato che del libero esercizio di un proprio diritto. Non so come finirà. Ma, intanto, con affetto e amicizia suggerisco a Davigo di non trascurarlo quel dovere: "Continenza, amico mio, continenza." 
Se vale per un PM di provincia, deve valere anche per il Presidente dell'ANM. O no.

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