Paola Giannone si rivolge al TAR del Lazio dopo aver partecipato alla call del M5S per l'assessorato. La decisione a breve
Lunedì al Tar del Lazio verrà depositato il ricorso di Paola Giannone, ex candidata al primo municipio per il MoVimento 5 Stelle, contro la nomina di Margherita Gatta e Rosalba Castiglione. Giannone, membro di RomaPartecipata, ha partecipato alle selezioni per entrare in giunta ma poi è stata scartata nella call riservata agli iscritti del MoVimento capitolino che poi ha portato all’approdo di Gatta e Castiglione in giunta. Racconta Repubblica Roma:
Ora Giannone vuole vederci chiaro sull’intero iter, chiederà che siano i magistrati amministrativi ad accendere un faro sulla call riservata agli iscritti al Movimento capitolino da cui è stata esclusa. E, perché no, sul cv “fallato” presentato da Margherita Gatta: impiegata di Inarcassa, si era presentata in Comune da dirigente. Al ricorso sarà allegata anche la risposta che la prima cittadina ha fornito alla richiesta di accesso agli atti di Paola Giannone. Una replica che ha lasciato l’amaro in bocca anche per quanto riguarda la scelta dell’assessora alla Casa Rosalba Castiglione, iscritta al Movimento ma non a quello romano.«Avendo ritenuto che le candidature pervenute non rispondessero ai requisiti ricercati per l’individuazione di un’assessora — scrive la sindaca Virginia Raggi — la selezione si è svolta all’esterno, come preannunciato nella call. Ritengo che la nomina di un’appartenente al M5S al ruolo di assessore sia comunque da considerarsi un valore aggiunto al governo della città a cui guardare con fiducia e a cui assicurare il massimo e incondizionato sostegno».
Le due parti si vedranno davanti al TAR. Da una parte il Campidoglio, attraverso i legali dell’avvocatura capitolina, ribadiranno che la procedura di selezione indetta dalla prima cittadina non era vincolante. «I soggetti incaricati della ricerca — ricorda Raggi nella missiva spedita a Giannone — si riservano la possibilità di non procedere alla selezione di alcun candidato». Dall’altra ci sarà l’attivista, nella più classica riproposizione di Davide contro Golia, a sostenere che la nomina di un assessore è un atto di alta amministrazione e non di natura politica. Che la call, insomma, non poteva essere elusa.
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