giovedì 26 luglio 2012

La Lombardia è stata "venduta" per anni come il modello della buona amministrazione. Speriamo che nessuna regione cerchi di imitarla. E dire che negli USA gli amministratori di una regione così sgangherata sarebbero stati mandati a casa dagli elettori almeno da 20 anni, cioè prima che venissero eletti. Eppure Abelli non crede ai PM della Procura della Repubblica di Milano. Non credeva neanche ai reati commessi da sua moglie ma poi dopo aver patteggiato si sono accorti che qualcosa aveva fatto. C'è solo una cosa che non mi convince: quando inizieremo a portare in tribunale tutti i dirigenti nominati con lo spoil sistem da questi politici che si accerchiano di yesman? E perché non l facciamo finita con queste nomine "personali" di dirigenti sempre meno capaci e certamente più mansueti? Perché non rispettiamo la costituzione e li mandiamo a casa questi personaggi che guadagnano non meno di 200.000 euro all'anno per dire sempre si ai loro padroni? Perché non facciamo dei concorsi con commissioni di esperti esteri visto che in quelle attuali tra sindacalisti della triplice e uomini fidati di partito non si riesce più a selezionare una persona perbene, onesta, capace e professionale? E chi lo dico tutto questo? Alla direttrice della Provincia Pavese? Ai partiti politici di sinistra che si candidano a governare? Ai grillini che neanche conoscono il significato vero della politica e pensano che la rete sia la democrazia? Come dire: "Parole pronunciate nel deserto". Italiani diamoci una mossa e facciamo vedere a questi incapaci di che cosa sono capaci i cittadini di questa grande nazione.


Sul Corriere della Sera di oggi Luigi Ferrarella, che ha annunciato sul giornale qualche tempo fa l’avviso di garanzia a Roberto Formigoni, oggi racconta le accuse al governatore della Lombardia. L’attacco del pezzo è fenomenale:

Ancora martedì notte in tv Roberto Formigoni assicurava serioso di non essere indagato, «hanno scritto e riscritto il falso, la riprova è che la Procura di Milano nulla ha trovato da ridire né sul presidente di Regione Lombardia né sull’ultimo degli uscieri ». Sugli uscieri in effetti no, ma sul presidente di Regione Lombardia qualcosa sì: corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio (da 2 a 5 anni di carcere), aggravata dal carattere transnazionale del reato (aumento da un terzo alla metà), per quasi 7 milioni di euro di controvalore patrimoniale dei molteplici benefit messigli a disposizione da Pierangelo Daccò, ilmediatore ricompensato con 70milioni in 10 anni dalla Fondazione Maugeri per il suo ruolo di «facilitatore» nei rapporti tra questo importante polo privato della sanità italiana (con base a Pavia) e i meandri amministrativi del Pirellone.
E il legame tra i due portava tanti vantaggi al mediatore:
Un pianeta nel quale Daccò spopolava per la sua capacità di «aprire le porte in Regione Lombardia» anche «sfruttando la conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi presso i miei clienti» e muovere «nell’ente pubblico le leve della discrezionalità». Leve cruciali per il riconoscimento agli ospedali delle «funzioni non coperte da tariffe predefinite», pingue capitolo del bilancio della sanità (7%, per quasi 1 miliardo l’anno) parametrato su attività d’eccellenza e di ricerca in aggiunta ai normali rimbor si delle prestazioni erogate

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