Egregia
direttrice del New York Times dell’Oltrepò Pavese,
le
scrivo dalla spiaggia di Minori, paese bellissimo in Costiera Amalfitana. Per
quattro giorni l’ho trascurata ma, purtroppo o per fortuna, di ripetitori per
le linee telefoniche, nel posto in cui mi trovo, ve ne sono pochi e la
comunicazione risulta lenta.
Ma
neanche la difficoltà nel comunicare da lontano mi impedisce di complimentarmi
con lei.
Lei
che è la luce per tutti i giovani giornalisti pavesi. Lei è l’esempio vivente
di come si realizza la trasparenza nei giornali pagati dai contribuenti
italiani. Lei è il faro di quelli che ritengono l’informazione un servizio
pubblico essenziale per la crescita del nostro paese.
Ormai
le lettere al suo giornale per il reintegro di tale Trivi arrivano a vagonate.
E lei si può sottrarre? No. Lei può non assecondare la volontà del popolo
sovrano. Lei, liberal e democratica, come nessun direttore di giornale fino ad
oggi abbiamo conosciuto in Italia.
Ed
in fondo la lettera che le ho fatto pervenire che valore potrà avere per il
miglioramento della informazione in questo paese. Si tratta solo delle parole
di un uomo libero, senza partiti, senza sindacati, che non è nato schiavo e non
morirà servo di qualcuno. Si tratta solo delle parole di un uomo “molto
pericoloso” perché ama dire la verità come gli hanno insegnato i propri
genitori. Un uomo che ha preso solo l’11% dei voti degli elettori vogheresi. Un
uomo che non ha mai chiesto né fatto raccomandazione. Un uomo che non ha potere
se non quello delle sue ragioni e delle sue parole. Un uomo che può essere
aggredito passando per aggressore, che viene segnalato dai sindacalisti della
triplice sindacale al Direttore Generale per provare a vedere se può essere
messo a tacere.
Un
uomo semplice che in una piccola casa ha più libri che soldi, che ama mettere
sul proprio balcone la bandiera italiana, quella del paese che malgrado i
direttori di giornale ed i sindacalisti della triplice ed i politici corrotti
vecchi e nuovi, riesce ancora a pensare come la “sua nazione”. La stessa nazione che meriterebbe
giornalisti migliori. Ovviamente migliore come lei che già è la migliore tra i
migliori.
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